Cinema e arte contemporanea

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Titolo Originale: Cinema e arte contemporanea

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Il cinema e l'arte contemporanea è un connubio che va oltre la citazione di opere artistiche in film. Si delinea come uso da parte di pittori e scultori di procedimenti cinematografici, nonché da parte di registi di lemmi artistici.

L’Occhio Cinematico. Il 15 marzo 2016 è inaugurata alla galleria A Arte Invernizzi a Milano la mostra “L’Occhio Cinematico - Arti visivi e cinema oltre la soglia del visibile”. Curata dal regista Francesco Castellani, la mostra indaga le varie affinità concettuali ed espressive tra arti visive e cinema, mostrando dettagli affini ad entrambe le forme espressive. Dal fotogramma al campo, dal fuori campo alla luce, le dinamiche ottico-fotografiche, il piano sequenza, il flashback, l’ellissi di montaggio. La loro provenienza è da discipline statiche, non in movimento poi impiegate al cinema.

Ne "L'occhio cinematico" Si mostrano opere di Nicola Carrino, Enrico Castellani, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino. Michel Verjux ad esempio con i agli di luce emula scenografie filmiche, Lesley Foxcroft con i cartoni o MDF evoca l’astrattismo. Nella mostra si indaga anche come questi artisti tentino di dare una forma visibile a ciò che si muove al di là della soglia del visibile.

Le opere sono proposte su due piani, in piani sequenza che richiamano la fluidità narrativa del cinema. Ad esempio l’opera di Niele Toroni si sviluppa in maniera modulare con impronte di pennello in progressione dall’uno al sei.

Cinema su ruote. Un’espressione della coincidenza tra arte e cinema è Cinema on Wheels, ovvero Cinema su ruote. Ideato dall’artista olandese Job Koolevijn si tratta di un’istallazione formata da un container, con ai lati i titoli di un film celebre come “Via col vento”. L’ingresso è con tendaggi come al cinema, entrando c’è moquette, poltrone: in fondo c’è uno schermo vivido. Solo ad un controllo ulteriore ci si accorge che non si tratta di uno schermo, bensì di una finestra che dà sul paesaggio esterno.

Avanguardie. Le avanguardie con Luis Buñuel e Salvador Dalí siglano l'evoluzione del connubio tra arte e cinema, come  “L'Age d’Or” del 1930. Ne “Il sangue di un poeta” (1930) di Jean Cocteau si utilizzano immagini oniriche, come rotazione di maschere fronte-retro.

Futurismo. Il primo film che mutua dall’arte è “Vita futurista” del 1916, della durata di 3 minuti, diretto e prodotto da Arnaldo Ginna. Scritto da Filippo Tommaso Marinetti vede un gruppo di futuristi (tra cui Marinetti, Corra, Balla e Ginna) importunare i clienti dei caffè borghesi di Firenze disturba la quiete pubblica.

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