La casa dei nostri sogni, il film con Cary Grant e Myrna Loy nell'anniversario dell'uscita

Cinema / Editoriali - 19 March 2018 10:00

Il film fu un successo al box office.

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La storia del film La casa dei nostri sogni

La casa dei nostri sogni è il film di H.C. Potter con Cary Grant e Myrna Loy, che usciva negli Stati Uniti il 25 marzo 1948 (in Italia sarebbe uscito a febbraio dell’anno successivo).

Jim Blandings (Cary Grant), un dirigente pubblicitario  si sveglia nel suo angusto appartamento di Manhattan ed è costretto a competere con la moglie Muriel e i due figli, Joan e Betsy, per accedere al bagno e all’armadio. A questi disagi dovuti alla pessima sistemazione si unisce la scoperta che Muriel ha parlato con un decoratore d'interni, che chiede 7.000 dollari per ristrutturare  l'appartamento. 

Dopo aver visto un annuncio, Jim decide di  comprare una fatiscente fattoria del Connecticut per 10.000 dollari, cosicché possano essere più indipendenti: ma le truffe non mancano, perché lui scopre di essere stato  ingannato sulle dimensioni effettive dell’immobile, e anche che dovrebbe  essere demolito. L'architetto Henry L. Simms  convince la coppia a costruire una nuova casa, ma richiedere un bagno e due armadi per ogni membro della famiglia complica il progetto. Le spese lievitano, una "sporgenza" di pietra incastonata richiede la sabbiatura prima di iniziare i lavori, il pozzo d'acqua non può essere costruito fino a quando le costose trivellazioni riveleranno una fonte d'acqua, Jim se non creerà una campagna pubblicitaria efficace verrà licenziato dopo sei mesi, la sorgente sotterranea  si trova proprio sotto le fondamenta.


Film La casa dei nostri sogni
Cary Grant: video

Gli eterni problemi di cercare casa

Prima che la casa sia completata  i Blandings sono sfrattati dal loro appartamento. A ciò si unisce la gelosia verso la moglie Muriel, che pare essere molto vicina all’architetto Simms. La stessa sera in cui Jim si ferma in ufficio a Manhattan, Simms nel Connecticut non può andarsene a causa del temporale e si ferma a dormire a casa di Muriel.  La mattina Jim vede Simms  vestito con il suo pigiama. 

Evidente è l’assillo di un benessere che si fatica a raggiungere, esemplificato da una casa che non è solo il fulcro della serenità familiare, ma anche uno status da mostrare. In Italia un film che affronta lo stesso problema è “Totò cerca casa” (1949) di Mario Monicelli, in cui il protagonista Beniamino Lomacchio dopo aver perso la casa in un bombardamento della durante la Seconda guerra mondiale si trasferisce momentaneamente in un'aula scolastica, e dopo lo sgombero andrà ad abitare in un cimitero, nello studio di un pittore e dentro il Colosseo. 

Il realismo del film “La casa dei nostri sogni”  lo pone anche in una posizione rara per il cinema statunitense del periodo, che si muoveva tra vari generi come noir, commedia, film drammatici. Qui invece un aneddoto personale diventa capace di ancorare una portata più generale, come avveniva nel Neorealismo italiano.



Il remake del film

Infatti il film è tratto dal romanzo di Eric Hodgins “Mr. Blandings Builds His Dream House” che era  stato ispirato alle sue esperienze personali nella costruzione di una casa a New Milford, CT. Nel 1939, quando era vicepresidente di Time, Inc., Hodgins iniziò a costruire la sua casa dei sogni per 11.000 dollari, ma finì col pagarne 56.000. Due anni dopo essersi trasferito era in bancarotta e fu costretto a vendere la proprietà. Dopo aver scritto il sequel del romanzo, Blandings Way cercò di riacquistare la casa con  200.000 dollari che la RKO  gli  pagò per i diritti del primo.

La casa non è solo quella dei sogni del protagonista Jim: dopo il completamento del film - che fu un successo incassando 2,7 milioni di dollari - la RKO ha venduto i progetti di architettura in beneficenza e settantatré case come quella di Blandings sono state costruite in tutto il paese, incluse quelle a Bel-Air, Washington, Portland e Toledo. Alcuni estratti della scena in cui "Muriel" discute i colori insoliti che desidera per la casa con i due pittori confusi sono stati utilizzati in uno spot pubblicitario di Sherwin Williams del 1993. Cary Grant recitò anche in due versioni radiofoniche, in una delle quali con la moglie Betsy Drake. La sceneggiatura di “Mr. Blandings Builds His Dream House” è stata anche la base per il film del 2007 “Finalmente a casa” (“Are We Done Yet?”), diretto da Steve Carr e interpretato da Ice Cube e Nia Long.


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