I misteri ancora nascosti degli Aztechi in Messico

Daily / Editoriali - 26 April 2021 18:00

Una scoperta recente propone nuovi misteri sugli Aztechi

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Il ciclo della vita

La scoperta della Torre dei teschi aggiunge un nuovo tassello su ciò che conosciamo di questa civiltà che riteneva il sacrificio di esseri umani una pratica fondamentale per perpetuare il ciclo della vita. Diversi conquistadores ne sono stati testimoni e hanno redatto resoconti in merito. Juan Díaz, tra i primi esploratori a giungere in Messico con la spedizione di Juan De Grijalva nel 1518, riferisce nel suo “Itinerario” di un rito praticato su un'isola di fronte alle coste di Veracruz, in cui le vittime sono identificate come prigionieri di guerra. Bernal Díaz de Castillo, conquistador nella spedizione di Hernán Cortés del 1519, in “Historia verdadera de la conquista de la Nueva Espaňa” è impressionato dalla particolare cruenza dei sacrifici ad opera dei nativi. A Cempoala, oggi importante sito archeologico mesoamericano, e nei villaggi vicini, Díaz riferisce delle lamentele dei capi nativi riguardo al costante approvvigionamento di vittime sacrificali. A un certo punto, l'autore si scusa con il lettore per i numerosi resoconti cruenti di cui – dichiara - intende tacere nel proseguo del memoir. Anche se incomprensibile agli occhi dei colonizzatori, gli Atzechi consideravano la morte uno strumento di perpetuazione del mito della creazione: con la propria immolazione, l'essere umano garantiva il risorgere del Sole e la fertilità della Terra.

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