Padri e Figlie, Gabriele Muccino commuove e fa riflettere sull'amore di un genitore

Cinema / Recensione - 01 October 2015 09:00

Padri e Figlie, Gabriele Muccino torna a raccontare il rapporto speciale che lega un padre con la propria creatura, riunendo per l'occasione un cast stellare composto da Russell Crowe, Amanda Seyfried

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Padri e Figlie (Fathers and Daughters) film diretto da Gabriele Muccino, scritto dal drammaturgo Brad Desch, alla sua prima sceneggiatura per il cinema.

Padri e Figlie trama. Jake Davis (Russell Crowe) è uno scrittore, vincitore del premio Pulitzer diversi anni prima, rimasto vedovo e con una figlia a carico, la piccola Katie (Kylie Rogers) di appena cinque anni. L’uomo soffre di una grave disturbo mentale, ma in ogni caso cerca di crescere la figlia nel miglior modo possibile. Con un salto temporale di 25 anni intanto seguiamo le vicende di una Katie (Amanda Seyfried) oramai cresciuta, una ragazza che vive a Manhattan e studia per diventare psicologa. Combatte ancora i demoni della propria infanzia, per questo motivo vive una vita dissoluta senza mai riuscire ad innamorarsi veramente. Questi due piani paralleli continuano ad alternarsi, delineando lentamente avvenimenti e ripercussioni emotive. 

Padri e Figlie recensione. Dire “Gabriele Muccino” oramai è diventato sinonimo di emozioni forti, situazioni al limite capaci di prenderti il cuore e sconquassarlo, in un climax ascendente di problemi e disavventure, con un grande lieto fine in grado di riconciliarti con il mondo. Ebbene anche il suo ultimo drama non delude le aspettative, l’amore che lega Jake e Katie è così intenso (forse anche troppo) che l’avvicinarsi della loro separazione, che inesorabile chiarezza pende sulla testa del film, rende la narrazione tenera, ma allo stesso tempo triste e angosciosa. L’intelligente utilizzo poi di continui flashback e flashforward permette al regista due diversi tipi di analisi, una più fisica e sensoriale nelle vicende che si svolgono del 1989, mentre una maggiormente interiore e subconscia per quanto riguarda l’ormai trentenne Katie, che si ritrova incapace di amare. Un intenso spaccato sulla genitorialità e sul legame indissolubile che lega un padre alla figlia, e a sua volta la figlia al padre, in ogni circostanza.

Padri e Figlie Gabriele Muccino. Divenuto famoso nel 2001 dopo il successo ottenuto da “L’ultimo bacio”, che avrà persino un remake americano alcuni anni dopo, nel 2006 avviene l’anno della svolta, quando il regista approderà ad Hollywood per dirigere “La ricerca della felicità” con Will Smith, ottenendo clamorosi risultati nei botteghini. Sempre con Smith girerà “Sette Anime” nel 2008, e continuerà il sodalizio con gli States nel 2012 con “Quello che so sull’amore”, ottenendo però risultati al di sotto delle aspettative. A distanza di tre anni Gabriele Muccino si ripresenta nelle sale avendo tra le mani un prodotto hollywoodiano in toto, con budget elevati, un cast da far invidia ai grandi kolossal e una sceneggiatura che gli calza a pennello: gli elementi per far bene sono tutti presenti.

Padri e Figlie cast. Russell Crowe e Amanda Seyfried sono le due punte di diamante di questa pellicola: attore di grande spessore il primo, premio Oscar nel 2001 come miglior attore protagonista ne “Il gladiatore”, star emergente la seconda, vista recentemente anche in “Ted 2”. Ma Muccino è riuscito ad ottenere anche la partecipazione di Aaron Paul (il Jesse di “Breaking Bad”), Diane Kruger (Bastardi senza gloria, Troy), Bruce Greenwood (Star Trek), Quvenzhané Wallis (la più giovane candidata all’Oscar della storia per “Re della terra selvaggia”) e Jane Fonda (due volte premio Oscar come miglior attrice protagonista per “Una squillo per l'ispettore Klute” e per “Tornando a casa”).

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