Twin Peaks, David Lynch e Mark Frost non escludono una quarta stagione

Tv / News - 17 March 2018 08:00

Anche i dirigenti di Showtime continuano a ribadire che la porta dell’emittente è sempre aperta

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Il 10 giugno del 1991 David Lynch concludeva con uno dei cliffhanger più scioccanti della storia la seconda e ultima stagione del telefilm col quale lui e Mark Frost avevano cambiato per sempre il panorama televisivo, “Twin Peaks”. Venticinque anni dopo (come profetizzato proprio da Laura Palmer all’agente Cooper), l’ennesimo colpo di scena: l’emittente Showtime ha deciso di produrre la terza stagione, dando carta bianca ai due creatori. Com’era però prevedibile, Lynch, che in questo ventennio è diventato se possibile ancora più “lynchiano” e impenetrabile, ha usato i 18 episodi a sua disposizione per confondere ancora di più gli spettatori, offrendo una marea di nuovi interrogativi e pochissime risposte. Ecco perché, a quasi un anno dalla messa in onda di “Twin Peaks 3”, nessuno sembra ancora pronto a rinunciare alla speranza che si compia il miracolo di una quarta stagione. Inizialmente Lynch era categorico nell'escluderne la possibilità, ma col tempo il suo atteggiamento sembra essersi ammorbidito: se fino a qualche mese fa diceva che “non c’è più niente di cui parlare”, negli ultimi tempi tende a rispondere con un più conciliante “mai dire mai”.  


Dopo la fine della terza stagione il co-creatore della serie, Mark Frost, ha pubblicato un romanzo ambientato nel mondo di Twin Peaks, “The Final Dossier”, che risponde a molti dei quesiti lasciati aperti dal season finale; ma al tempo stesso ha ribadito che il libro non segna la fine del suo rapporto con Twin Peaks. “È presto per dirlo. Ho scritto The Final Dossier perché fosse il rapporto finale dell’agente Preston sugli eventi della terza stagione. [...] È troppo presto per dire quale sarà il futuro dello show”, ha dichiarato lo scrittore.



Twin Peaks: immagini

Ammesso e non concesso che la serie venga rinnovata, è lecito supporre che la quarta stagione non arriverebbe prima del 2021, visto che David Lynch ci ha messo quattro anni e mezzo per scrivere e girare la terza. Anche l’amministratore delegato di Showtime, David Nevins, e il protagonista della serie, Kyle MacLachlan, dubitano che la cosa avverrebbe in tempi rapidi. Showtime ha tutto l’interesse a far continuare Twin Peaks, visto che lo show ha ha fatto aumentare gli abbonamenti e ottenuto ottimi ascolti, ma come ammette lo stesso Nevins, “Lynch non è il tipo che si lascia convincere per ragioni economiche”. MacLachlan, dal canto suo, ha già assicurato che se dipendesse da lui continuerebbe a vestire i panni dell’affascinante agente Dale Cooper per tutta la vita, e ha aggiunto: “Mi faccio le stesse domande che si fanno tutti. È finita? [Cooper] è riuscito nella sua missione? [Il finale] pone molte domande che resteranno impresse a lungo nella mente delle persone. [...] Ci sono stati certamente dei trionfi, come la sconfitta di BOB, ma al di là di quello, cosa ci resta?”


Oltre a MacLachlan, il cast dell’ipotetica quarta stagione non potrebbe non includere i suoi membri storici, ovvero Sherilyn Fenn (Audrey Horne), Madchen Amick (Shelly Johnson), Grace Zabriskie (Sarah Palmer), Michael Horse (il vicesceriffo Hawk) e Dana Ashbrook (Bobby Briggs). È possibile anche che Lynch decida di richiamare Laura Dern (Diane Evans) e Naomi Watts (Janey E Jones), e alla luce del cliffhanger della terza stagione non ci sarebbe da stupirsi se tornasse anche Sheryl Lee nei panni del “doppio” di Laura Palmer, Carrie Page. 

Il libro di Frost mette in chiaro che le scene finali di Twin Peaks 3 si svolgono in una linea temporale alternativa creata dallo stesso Cooper, un mondo parallelo in cui però Ronette Pulaski viene comunque uccisa e Leland Palmer si suicida un anno dopo la scomparsa nel nulla di Laura. Ogni risposta, insomma, sembra generare almeno altre dieci domande, e in tutto questo sembra esserci una sola certezza: la quarta stagione di Twin Peaks, lungi dal mettere finalmente le cose in chiaro, getterebbe nuovamente gli spettatori in un mare di dubbi, facendoli sentire ancora più confusi e smarriti di prima.

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