Tribeca Film Festival, 'siamo attenti a ciò che emerge': intervista a Tammie Rosen

Cinema / Festival / News - 24 April 2017 10:45

Mauxa ha intervistato Tammie Rosen, responsabile del Tribeca Film Festival che si svolge a New York.

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Il Tribeca Film Festival si svolge a New York fino al 30 aprile. Fondato nel 2002 da Robert De Niro e Craig Hatkoff negli anni si è sviluppato fino a presentare film come “Insomnia", “La leggenda degli uomini straordinari”, “Spider-Man 3” e “The Avengers”. Nel 2016 il vincitore è stato “Dean” di Demetri Martin, mentre il film estero migliore è stato “Junction 48” dell’israeliano Udi Aloni, storia d'amore di due giovani artisti hip-hop palestinesi.

Il Tribeca Film Festival si svolge presso il Regal Cinemas Battery Park, Spring Studios e il Tribeca Film Center: il TriBeCa è un quartiere situato nella parte sud del distretto di Manhattan. Mauxa ha intervistato Tammie Rosen, Vice Presidente della Tribeca Enterprises che gestisce anche Tribeca Film Festival International, Tribeca Cinemas e Tribeca Film Institute.

D. Il Tribeca Film Festival si differenzia per la sua programmazione eterogenea. Tribeca Film Festival. Sì, noi non programmiamo film in base ad un tema specifico, ma siamo sempre attenti a scorgere ciò che emerge.

D. Il Festival da anche molta importanza agli incontri. Anche quest’anno?

Tammie Rosen. Abbiamo una sezione chiamata Tribeca Talks: qui affermati registi, registi, musicisti, scrittori, autori parlano l’uno contro l’altro. È uno dei punti salienti del festival.

D. Dall’Italia ci sono dei film?

T. R. Amiamo il cinema Italiano, cerchiamo di mostrare sempre opere provenienti dal vostro paese. Quest’anno abbiamo un meraviglioso cortometraggio, “Viola, Franca”. Inoltre c’è un documentario co-prodotto da Julian Schnabel, “A Private Portrait”.

D. C’è anche un mercato cinematografico?

T. R. Poiché abbiamo delle anteprime di film, il mercato è sempre sano. Lo scorso anno oltre 50 film che hanno debuttato al Festival poi sono stati venduti o hanno trovato distribuzione. Questo è uno dei nostri segreti meglio custoditi.

D. Il festival è diventato un punto di riferimento negli anni. Come ci siete riusciti?

T. R. Il Festival è diventato un importante evento culturale per la convergenza di quello che si chiama “storytelling”. Con il film come cuore della manifestazione abbiamo sviluppato estensioni come come Tribeca for TV e per VR - Virtual Reality. Il pubblico è indipendente dalla piattaforma, così è il Tribeca. Non solo questo tipo di Festival è prezioso per i creativi, è necessario per l'industria.

D. Qual è il rapporto tra le persone a New York con la cultura?

T. R. New York è una città culturale, è parte del cuore pulsante della città. La comunità in generale assorbe ciò che c’è di nuovo nel cinema, teatro e nelle altre forme d’arte. Per noi è l’obiettivo primario del festival è che scopra nuovi debutti, nuovi lavori da tutto il mondo.

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