Splinter Cell, Tom Hardy protagonista del film ispirato ai videogiochi Ubisoft

Cinema / Thriller / News - 30 August 2017 15:00

Il progetto è in cantiere da anni, ma stenta a decollare. Le difficoltà produttive non sono riuscite a spegnere l'entusiasmo dell'attore, determinato ad interpretare l'eroe della saga vi

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Nonostante il flop di “Assassin’s Creed”, la Ubisoft è ancora intenzionata a trasformare in un film “Splinter Cell”, l’altro franchise che l’ha resa uno dei colossi del settore videogames.

Il film si è già aggiudicato Tom Hardy come protagonista, e verrà prodotto – tra gli altri – da Basil Iwanyk (la sua Thunder Road ha finanziato i due “John Wick” e “Sicario”, per citare alcuni dei loro titoli più noti).

Nonostante gli aggiornamenti sul progetto siano pochi e disparati, la Ubisoft assicura che “Splinter Cell” si farà. Stando all’intervista a Iwanyk apparsa lo scorso gennaio su Collider, la produzione aspetta solo l’approvazione dello script da parte di Tom Hardy per mettersi in moto.

Tom Clancy's Splinter Cell” (ovvero “cellula infiltrata, cellula fantasma”) è una serie di romanzi e videogiochi ideati dallo scrittore Tom Clancy che mescolano azione e spionaggio, per raccontare storie appartenenti al genere del cosiddetto “techno-thriller”, o thriller tecnologico.

Il primo capitolo, “Tom Clancy's Splinter Cell”, è uscito nel 2002, e da allora la saga non ha fatto che riscuotere sempre più successo, sia in termini di vendite (nel 2011 il numero di copie acquistate dagli utenti era di 31 milioni) che di riconoscimenti.

Il protagonista è Sam Fisher, ex-operativo del corpo dei NAVY Seal e ora agente altamente addestrato al servizio di Third Echelon, una divisione segreta dell’NSA (National Security Agency). “Splinter Cell” è un first-person shooter, in italiano colloquialmente detto “sparatutto” in prima persona. Il giocatore si immedesima completamente in Fisher, vivendo tutto attraverso i suoi occhi, e nei suoi panni deve condurre una serie di operazioni di spionaggio sempre più ostili e rischiose.

Volendo fare dei paragoni cinematografici, si potrebbero citare “The Hurt Locker”, “Zero Dark Thirty” e “Lone Survivor”, film che per la loro violenza e per la loro crudezza si sono meritati un rating R, cioè non potevano essere visti dai minori di 17 anni non accompagnati. Nella sopraccitata intervista, Basil Iwanyk esclude che l’adattamento di “Splinter Cell” meriterà la classificazione R: si cercherà di puntare al PG-13, ovvero a uno stile comunque maturo, ma accessibile ai minori di 13 accompagnati da un adulto.

Il film di “Splinter Cell” dovrà faticare parecchio anche per trovare una propria identità, un proprio stile che sia il più possibile originale. I capitoli della saga di James Bond con Daniel Craig hanno modernizzato l’agente 007, dandogli un’impronta molto più cinica e realistica, per non parlare del Jason Bourne di Matt Damon. Lo stesso Iwanky ammette che “Splinter Cell” dovrà allontanarsi da questi esempi in termini di tono, di cattivi, di ambientazioni, in modo da offrire allo spettatore qualcosa di veramente “nuovo”.

Insomma, per il momento l’unico punto di forza del progetto (ancora senza un regista) sembra essere la partecipazione di Tom Hardy. Lo stesso Iwanky ha confermato che l’attore è un videogiocatore sfegatato, con molte amicizie anche nel mondo delle forze speciali; questa profonda conoscenza, insieme al suo talento, lo rendono il candidato ideale per interpretare Sam Fisher con tutta la complessità degna di un personaggio con sei videogiochi e sette romanzi alle spalle.

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