Sleight, il regista J.D. Dillard supera la prova del suo debutto cinematografico

Cinema / Thriller / News - 31 May 2017 15:15

Il film è una piccola produzione indie che, seppur con qualche scivolone, sfrutta bene il suo budget ridotto per offrire una storia che mescola fantascienza, dramma familiare e azione.

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Sleight” è un film americano diretto da J.D. Dillard che offre un’intrigante miscela di fantascienza, introspezione, e scene action che, seppur in scala ridotta, ricordano quelle di tanti multimilionari “cinecomics” . La sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Dillard insieme ad Alex Theurer; i membri principali del cast sono Jacob Latimore, Seychelle Gabriel, Dulé Hill, Storm Reid, Sasheer Zamata e Michael Villar. Dopo aver debuttato al Sundance (il festival indie per eccellenza) nel gennaio del 2016, “Sleight” è uscito nelle sale americane il 28 aprile scorso; costato 250mila dollari, ne ha incassati 3 milioni in tutto il mondo. Per il momento il film non ha ancora una data di uscita nel nostro Paese.

Ambientato a Los Angeles, “Sleight” ruota intorno a Bo (Jacob Latimore), un ventenne che con il suo lavoro di prestigiatore di strada a malapena riesce a tirare avanti dopo la morte della madre, un evento tragico che lo ha lasciato anche con la responsabilità di crescere la sorella minore, Tina (Storm Reid). Quando diventa chiaro che i suoi ingegnosi trucchi non bastano per sbarcare il lunario, Bo decide di cominciare a vendere droghe alle feste di studenti universitari per conto di Angelo (Dule Hill), uno spacciatore spietato e che al tempo stesso assume un atteggiamento quasi paterno nei confronti del ragazzo. Ovviamente la situazione precipita, Tina viene rapita, e Bo è costretto ad usare tutti i brillanti trucchi nel suo arsenale per salvarla.

In questo piccolo mondo creato da J.D. Dillard, elementi del thriller, del dramma e suggestioni fantascientifiche si fondono per dare vita a un racconto di formazione piuttosto efficace, in cui i trucchi di magia diventano la metafora della trasformazione interiore del protagonista. “Sleight” è un film ricco di talenti, sia dietro che davanti la cinepresa, e riesce ad essere un ibrido indie in grado di attirare sia il pubblico di nicchia sia gli spettatori più “casuali”.

Su Rotten Tomatoes, l’aggregatore di recensioni, il film si attesta al 74% sull base di 35 pareri critici, il che equivale a una media del 6. Sul sito, il giudizio della critica viene così sintetizzato: “Sleight sovverte i canoni di genere, offrendo un mistero magico – per quanto in ultima analisi un po’ frustrante - intelligente e ben recitato”. Il regista del film, J.D. Dillard, fino a qualche anno fa lavorava come segretario presso la Bad Robot, la società di produzione di J.J. Abrams. Dopo aver affinato il suo talento con una serie di cortometraggi e videoclip, con “Sleight” Dillard è finalmente uscito dall’ombra, attirando l’interesse dei WWE Studios e della Blumhouse, due nomi non da poco nel settore.

“Al Sundance, un membro del mio team ha visto ‘Sleight’ e mi ha detto, ‘Devi assolutamente vederlo’”, ha raccontato il fondatore nonché amministratore delegato della Blumhouse, Jason Blum, che quest’anno ha già sbancato i botteghini con “Split” e “Scappa - Get Out”. “Sono una persona che si concentra sui film a piccolo budget”, ha continuato Blum, “ed è stato incredibile vedere come J.D. sia riuscito a fare un film con così pochi soldi, e a dare l’impressione che avesse avuto un budget enorme”. In un’industria come quella di Hollywood, dove si è costantemente alla ricerca di nuovi metodi per costruire il kolossal perfetto, una simile abilità non passa certo inosservata. Negli ultimi anni, capita sempre più spesso che un regista indie venga assoldato dai grandi produttori per gestire film con budget di centinaia di milioni di dollari: basti pensare a Gareth Edwards, che dal piccolo “Monsters” è passato a “Godzilla” e a “Rogue One: A Star Wars Story”.

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