Sean Connery, mai dire (solo) James Bond
Sean Connery è stato il James Bond più amato, ma l'attore scozzese ha lottato una vita per non rimanere prigioniero del ruolo dell'agente 007, che lo ha fatto conoscere al grande pubblic
Sean Connery. La storia del cinema è piena di attori che conoscono bene il rovescio della medaglia della immensa popolarità legata al ruolo che li ha resi celebri. Si resta per sempre intrappolati in quella parte, senza via di fuga. Sean Connery è l’eccezione che conferma la regola. Primo e più popolare agente 007, l’ultra ottantenne divo scozzese è uno dei pochi che sin da subito ha fatto di tutto per non essere identificato solo con un personaggio, in questo caso la spia nata dalla penna di Ian Fleming, che pure ha rappresentato il folgorante punto d’inizio di una carriera fantastica. Di certo lo hanno aiutato grandi registi, da Alfred Hitchcock a Sidney Lumet, da John Huston a Brian De Palma, ma anche un ottimo fiuto per i ruoli giusti e il tipico humour e origini scozzesi che lo hanno invitato a non prendersi mai troppo sul serio e a lavorare sempre duro rimanendo coi piedi per bene in terra.
Sean Connery biografia. Thomas Sean Connery nasce a Edimburgo il 25 agosto 1930. Molto affezionato al padre camionista e alla madre cameriera (“Mom & Dad” è uno dei suoi due tatuaggi, l’altro recita “Scotland Foverer”), ma la vita ordinaria non fa per lui. A 16 anni interrompe gli studi, si arruola in Marina, per poi lasciarla e fare i lavori più disparati, dal bagnino al muratore, e persino il modello, dato il fisico scultoreo e l’altezza considerevole (
Sean Connery film. Oltre ai 7 film della saga di James Bond (impossibile non citare “A 007, dalla Russia con amore” e “Agente 007- Missione Goldfinger”), Sean Connery vanta una filmografia vasta ed eterogenea, dimostrando doti poliedriche che lo vedono a suo agio tanto nel thriller (“Marnie”, 1964) quanto nella fantascienza (“Zardoz”), nelle pellicole drammatiche (“La collina del disonore”, 1965) e d’avventura (“L’uomo che volle farsi re” e “Il vento e il leone”). Dagli anni Ottanta comincia la seconda giovinezza artistica di Sean Connery, uno dei pochi che invecchiando trova ruoli sempre più belli, come quello di Guglielmo da Baskerville ne “Il nome della rosa” (1986), del padre di Harrison Ford in “Indiana Jones e l’ultima crociata” di Steven Spielberg e del comandante sovietico di “Caccia a Ottobre Rosso" (1990). Anche se “La leggenda degli uomini straordinari” (2003) rimane il suo ultimo film, preferiamo ricordare come testamento artistico il commovente ruolo dello scrittore di “Scoprendo Forrester” (2000) di Gus Van Sant.
Sean Connery Oscar. Al fianco di Kevin Costner e Robert De Niro nell’ormai classico “Gli intoccabili” (1987) è talmente efficace nella splendida parte di Jimmy Malone da meritarsi ampiamente l’Oscar come migliore non protagonista, giusto riconoscimento a un attore irripetibile e come non ce ne saranno mai più, anche se Sean stesso direbbe.. mai dire mai!
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