Sanremo 2017, intervista al cantante Tommaso Pini: 'le cose che danno ansia sono gli stereotipi'

Tv / Musica / News - 07 February 2017 16:55

Tommaso Pini partecipa a Sanremo 2017 nella sezione Nuove proposte. Mauxa l'ha intervistato.\r\n\r\n

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Tommaso Pini è uno dei concorrenti di Sanremo 2017, nella sezione Nuove proposte. Mauxa l’ha intervisto.

D. Come è nata l’idea della canzone “Cose che danno ansia”?

Tommaso Pini. “Cose che danno ansia” nasce come sfogo, un inno per tutte quelle persone ansiose che sono stanche di esserlo. Nel brano si racconta infatti il rapporto che ho con l’ansia nella vita di tutti i giorni in chiave ironica e allo stesso tempo pungente. Ero in metropolitana a Londra, e una volta mi resi conto di essermi perso: mi prese un forte attacco d’ ansia. Riuscii a calmarmi e poco dopo mi si accese una lampadina. Era arrivato il momento di scrivere un pezzo su quella dannata ansia. Buttai giù delle idee ed iniziai a svilupparle con Sergio Dall’Ora e Andrea Amati. Nel brano troviamo gran parte delle cose che mi hanno sempre reso molto ansioso, ad esempio la dipendenza da social, gli stereotipi su quanto sia importante l’ immagine, il fatto che ormai sembra non si abbia più il diritto di fallire, che dobbiamo essere impeccabili. Il messaggio della canzone è forte e positivo, siamo esseri umani e quello che ci rende speciali è proprio il fatto di essere imperfetti, quindi prendiamoci un po’ meno sul serio e godiamoci la vita per quello che siamo senza farci influenzare dai messaggi negativi che ci bombardano ogni giorno.

D. “Detesto i testi che poi non mi restano in testa” cita la canzone. Quale tipo di musica ti piace?

T. P. Grazie alla passione dei miei genitori per la musica degli anni 80 ho avuto la fortuna di crescere con tutti i mostri sacri che hanno caratterizzato quel periodo. Sono passato da Prince a David Bowie, dai Depeche Mode ai The Cure, da Michael Jackson ai Queen. Negli anni poi questa passione si è evoluta ed ho iniziato ad ascoltare di tutto. Amo in particolare modo la musica sperimentale, quel genere che ti incuriosisce e allo stesso tempo non capisci se ti piace o no, ma che comunque non ti lascia mai indifferente. Bjork insieme a Franco Battiato credo siano tra gli artisti che mi hanno colpito e incuriosito di più in questo senso.

D. Hai partecipato a The Voice of Italy nel Team Carrà. C’è stato un episodio curioso?

T. P. “The Voice of Italy” è stata un’ esperienza incredibile. Grazie a questo programma sono cresciuto molto sia artisticamente che umanamente, ho avuto la fortuna di avere delle persone veramente speciali al mio fianco, la fantastica Raffaella Carrà e Sergio Dall’Ora che in quel momento ricopriva il ruolo di Vocal Coach del Team Carrà. Di episodi curiosi ce ne sono stati veramente tanti, chi se lo sarebbe mai immaginato che un giorno avrei duettato con Ricky Martin? O che nonostante le mie difficoltà ansiose sarei riuscito a vivere quasi tre mesi di televisione senza mai cedere.

D. Quindi l’opinione sui talent è positiva.

T. P. Si sentono tante critiche sui talent ormai, personalmente posso affermare che senza quel programma non sarei mai arrivato dove sono oggi e non sarei la persona che sono oggi. In quel programma ho conosciuto Sergio Dall’Ora, il mio attuale produttore, con lui abbiamo iniziato questo bellissimo e duro percorso artistico che mi porterà a cantare al Festival di Sanremo con tanto di Album in uscita il 10 Febbraio. I talent non sono la morte della musica ma un’ opportunità, poi come viene gestita e vissuta dipende tutto dall’artista e dalle persone che avrà intorno per sfruttare quell’opportunità.

D. Come ti stai preparando al Festival di Sanremo?

T. P. Non credo ci siano delle “istruzioni per l’uso” riguardo la preparazione al Festival più importante d’Italia, ma se esistessero vi prego ragazzi fatemi un fischio. A parte gli scherzi, sto cercando di vivermela giorno dopo giorno senza pensare troppo a quello che potrebbe o non potrebbe succedere. Già essere là è un sogno che si realizza, così come pubblicare finalmente il mio album proprio in quella settimana.

D. Qual’ è il tuo libro preferito e perché?

T. P. Uno dei miei libri preferiti è “La storia infinita” di Michael Ende. Sono molto legato al film che è stato parte della mia infanzia, rileggere il libro molti anni dopo mi ha dato delle emozioni uniche ed indimenticabili.

© Riproduzione riservata


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