Recensione film Un marito a metà al cinema

Cinema / News - 28 August 2018 08:00

In sala dal 30 agosto, di Alexandra Leclère.

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Un marito a metà (Garde Alternée, il titolo originale) è una divertente commedia francese, scritta e diretta da Alexandra Leclère. La monogamia sembra un obiettivo impossibile da raggiungere. Due coppie su tre hanno affrontato il tradimento del compagno, e chi nega mente, sottolinea il film che affronta la tematica, richiamando un certo umorismo truffautiano (Non drammatizziamo... è solo questione di corna, 1970).

Film Un marito a metà
Film Un marito a metà

Siamo a Parigi. La violinista Sandrine (Valérie Bonneton) e il professore di letteratura Jean (Didier Bourdon) sono sposati da quindici anni e hanno due figli. La routine famigliare ha preso il sopravvento, il desiderio tra i due coniugi si è spento da tempo.
Impossessandosi del cellulare del marito, Sandrine scopre un anno di messaggi d'amore tra lui e l'amante, Virginie (Isabelle Carré). Lei gestisce una libreria ed è l'opposto di Sandrine, bionda e piatta, ma con un sorriso incantevole.


Sandrine propone a Virginie un patto, apparentemente saggio quanto strampalato: Jean vivrà a casa della moglie e dell'amante alternativamente, di settimana in settimana. L'una non vuole perdere il padre dei suoi figli, l'altra vorrebbe crearsi una famiglia.
In mezzo c'è Jean: l'impatto con una quotidianità non più trasgressiva con l'amante, riaccenderà la passione verso la moglie. E viceversa. Alla fine, il m
énage à trois si complica terribilmente, mentre Jean rischia l'infarto per accontentare entrambe le donne.

Un marito a metà è una commedia tipicamente francese, quella riconoscibile da Il tempo delle mele (1980) in poi. Gli attori, infatti, sono eccelsi interpreti di una normalità più auspicabile al cinema. Il protagonista maschile è tutt'altro che un adone e, per certi versi, ricorda proprio Claude Brasseur che interpretava il padre di Vic (Sophie Marceau).

Il punto debole del film è una sceneggiatura che, da una certa scena madre in poi, si dilunga senza aggiungere dinamiche originali. Nel finale, tuttavia, Un marito a metà si riprende e non delude.


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