Mafia III, recensione videogame per PS4 e Xbox One: il cuore della malavita

Games / News - 18 October 2016 14:00

Mafia III è la storia di Lincoln Clay, ragazzo di colore in cerca di vendetta contro il boss della mafia italiana, Salvatore Marcano. Una trama matura e a sfondo razziale, nella New Orleans del

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

Mafia III è il videogioco action in terza persona sviluppato da Hangar 13 e pubblicato da 2K Games, un brand arrivato al terzo episodio, fortemente incentrato sulla componente narrativa e stilistica. Il primo Mafia aveva portato una storia e un gameplay bilanciato in tutte le sue componenti, un’autentica perla in termini di narrazione e sceneggiatura. Il seguito, giunto su PlayStation 3 e Xbox 360, si era caricato di espandere le meccaniche alla base della serie, per mezzo di una struttura completamente open-world, con una città intera a fare da sfondo a vicende adulte e con un protagonista di origini italiane, Vito Scaletta. Nonostante le vendite non eccezionali, entrambi i capitoli si sono rivelati ottimi strumenti di comunicazione per vicende e periodi storici, con una cura estetica impeccabile. Il terzo appuntamento, pensato per PS4 e Xbox One, ci conduce sul finire degli anni Sessanta, dove è ancora forte la discriminazione razziale, in un tessuto urbano polarizzato tra ricchi bianchi e la maggioranza dei neri in condizioni di povertà.

La trama di Mafia III si compone come un enorme flashback, dove viviamo in prima persona le esperienze di Lincoln Clay, raccontate a distanza di anni da interviste e personaggi vicini al ragazzo di colore. Il protagonista, di origini italiane, è un reduce della guerra del Vietnam, dove ha dato prova di grande coraggio e bravura. Il suo ritorno nella città di New Bordeaux, controparte virtuale di New Orleans, è però flagellato dalla perdita dei suoi cari per mano di Salvatore Marcano, boss della mafia italiana. Dopo un lento percorso di guarigione, aiutato dal parroco James Ballard e da John Donovan, agente della CIA, l’unico pensiero nella mente di Lincoln Clay è quello di vendicarsi, in un percorso che parte dai quartieri poveri della New Orleans del ’68.

Il gameplay di Mafia III si poggia sulle fondamenta del genere action in terza persona, con un sistema di coperture al centro delle sparatorie, condite da numerosi nemici ma da un’intelligenza artificiale non propriamente ottimale. I modi di agire possono essere tuttavia diversificati, con un approccio ad armi spianate o contraddistinto da infiltrazioni ed eliminazioni silenziose. Accanto all’aspetto maggiormente votato all’azione, le sezioni a bordo di veicoli risultano credibili e curate, con spostamenti all’interno dei quartieri di New Bordeaux, vari per architettura, ricchezza e bande malavitose. L’intreccio narrativo che conduce alla vendetta si muove per tasselli o, meglio, distretti, con la conquista graduale di territori urbani, dove posizionare nostri affiliati e gestire gli affari cittadini, a discapito dei boss di quartiere, nostri rivali.

La grafica di Mafia III riproduce in maniera estremamente dettagliata e credibile il tessuto cittadino di New Orleans, con una caratterizzazione di quartieri, edifici e architetture peculiari. Il lavoro svolto dal team di sviluppo porta il giocatore ad una totale immedesimazione con il protagonista e i conflitti degli anni Sessanta, carichi di situazioni mature e a sfondo razziale. La modellazione di Lincoln Clay e dei personaggi principali è ottima, precisa nel vestiario e nelle espressioni facciali, con animazioni legate tra loro e che vengono sublimate nelle sequenze filmate, veri e propri scorci cinematografici all’interno dell’impianto narrativo. I distretti sono riprodotti in maniera differenziata, sia per impatto visivo, con zone periferiche paludose e povere, che in termini abitativi, con quartieri a predominanza nera dove la polizia giunge con minor tempestività rispetto ai luoghi centrali. Per quanto riguarda la parte audio, la colonna sonora presenta decine di brani su licenza, che innalzano sensibilmente la sensazione di trovarsi in un’altra epoca, unita a trasmissioni radio e riviste ufficiali del tempo.

© Riproduzione riservata




Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon