L'allieva, la fiction e il tema dell'incertezza del futuro: intervista all'attore Lino Guanciale

Tv / News - 27 September 2016 07:00

La serie televisiva intitolata "L'allieva" va in onda su Rai 1 dal 27 settembre 2016. Mauxa ha intervistato Lino Guanciale, interprete del personaggio di Claudio Conforti.

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La serie televisiva intitolata "L'allieva" debutta su Rai 1 il 27 settembre 2016.

Diretta da Luca Ribuoli, è tratta dai romanzi “L’allieva”, “Un segreto non è per sempre” e “Sindrome da cuore in sospeso” di Alessia Gazzola. 

La trama vede protagonista Alice Allevi, una giovane specializzanda in medicina legale, interpretata da Alessandra Mastronardi

Abbiamo intervistato Lino Guanciale, interprete del personaggio di Claudio Conforti.

D: Conoscevi i romanzi di Alessia Gazzola da cui è tratta la fiction?


R: No, l'ho scoperta quando mi hanno proposto la serie e a quel punto ho realizzato quanto seguito avessero i suoi romanzi. Alessia ha una grande capacità di visualizzazione dei personaggi: praticamente ha fatto lei i tre quarti del lavoro per noi attori, secondo me.

D: Che caratteristiche ha il tuo personaggio?

R: C.C. - come lo si chiama spesso nei romanzi e come lo chiamano le sue numerose ammiratrici - è un vero "bastardo". Nel senso che ha un punto di vista disincantato e fondamentalmente egocentrico sulla vita in generale e sui sentimenti. È anticonformista e ama molto il suo lavoro, un lavoro in cui eccelle in virtù delle capacità fuori dal comune di cui è dotato. È questa sua straordinarietà professionale, credo, che costruisce il vero legame tra lui e Alice: i due si riconoscono come due esseri con un occhio "diverso" rispetto a tutti gli altri. Ciò che li divide è la visione che hanno della vita e dell'amore, lui si diverte a stuzzicarla sadicamente, ma in realtà tenta così di avvicinarla e a suo modo di corteggiarla, la cosa che lo rende diverso da un altro "sadico" che ho interpretato, l'Enrico Vinci di "Non dirlo al mio capo", è la costante gigioneria: Conforti gode a stare al centro dell'attenzione, è espansivo quanto Vinci è introverso e silenzioso (infatti sorride molto di più!), e soprattutto a differenza dell'Avvocato di cui è "cugino" (ho finito di girare "L'allieva" il giorno prima di iniziare le riprese di "Non dirlo al mio capo", e fra le due storie ci sono delle analogie importanti) non ha alcuna voglia di cambiare! Si piace così com'è, davvero, e neanche il sentimento per Alice lo spingerà alla "redenzione".

D: Come avete lavorato insieme ad Alessandra Mastronardi per far emergere il legame tra i vostri personaggi?

R: Abbiamo semplicemente scoperto che ci piace moltissimo lavorare assieme e abbiamo cavalcato questa onda: ci siamo davvero divertiti tanto, e si è creata una complicità speciale, che penso faccia da valore aggiunto alla serie, spero che lo "smalto" che sentivamo nelle scene che giravamo sia  avvertito dal pubblico, e che diventi contagioso.

D: Tramite la figura di Alice, la trama ripropone il tema dell'incertezza del futuro, radicato nella quotidianità dei giovani. Credi che la fiction italiana sia idonea a rappresentare questo tipo di argomenti?

R: Assolutamente sì. La commedia, in realtà, è il più realistico dei generi, se fatta con serietà, e attraverso il riso può far cogliere determinati elementi della nostra cultura che le lacrime non consentono di comprendere, credo, anzi, che si dovrebbero scrivere più commedie ricalcate sulla condizione dei giovani lavoratori di oggi: si creerebbe una consapevolezza più diffusa dei problemi che affrontano ogni giorno.

D: Qual è la tua opinione su questa tematica? 

R: Credo se ne parli troppo poco, per l'appunto, o sempre nella stessa maniera "patetica". I giovani hanno bisogno di un sostegno meno "affettivo" e più razionale, da parte di società e istituzioni. Piangergli addosso serva a ben poco.

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