L'alba del mondo: dal romanzo al film, intervista allo scrittore Rhidian Brook

Cinema / Drama / News - 16 October 2017 08:00

Mauxa ha intervistato Rhidian Brook, autore del romanzo "L'alba del mondo" ("The Aftermath") da cui è tratto il film con Alexander Skarsgård e Keira Knightley.

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Rhidian Brook è autore di “The Aftermath” (“L’alba del mondo”) , libro che diverrà un film nel 2018 interpretato da Alexander Skarsgård, Keira Knightley e diretto da James Kent.

Mauxa l'ha intervistato. La storia racconta - nella Germania del 1946 - della giovane Rachael Morgan che arriva con l’unico figlio rimasto Edmund nella devasta città di Amburgo. Il marito Lewis è un colonnello britannico che deve effettuare una de-nazificazione e ricostruire la città: ma piuttosto che costringere i proprietari della casa - un vedovo tedesco e sua figlia ribelle - a risiedere per strada, Lewis insiste sul fatto che le due famiglie vivano insieme. Da questo momento sorgono inimicizie e tradimenti.

Quello del romanzo “L'alba del mondo” è anche un caso editoriale, infatti sulla base di sole sessanta pagine fu acquistato da Ridley Scott per il cinema prima di essere sottoposto agli editori.

D. Nel romanzo “The Aftermath” i conflitti sono sia politici che personali. Come hai mai scelto questo argomento?
Rhidian Brook. Il tema nasceva dall’esigenza di mostrare personaggi che lottano er tentare la sfida di ricostruire sia un matrimonio che un paese: il micro e il macro. E il desiderio di esplorare come questi processi avvengano.

D. Da cosa hai tratto ispirazione per la trama del libro?
Rhidian Brook. L'idea è stata ispirata dall'azione intrapresa da mio nonno - Walter Brook - che, come governatore di Pinneberg, è andato a requisire una casa. Piuttosto che gettare i proprietari tedeschi fuori dall’abitazione, ha deciso di farli rimanere e condividere la casa. Così due famiglie - ex nemici - hanno convissuto in una casa per cinque anni.

D. Hai lavorato anche al film tratto dal tuo romanzo?
Rhidian Brook. Io ho co-scritto la sceneggiatura, e sono stato coinvolto in discussioni inerenti la produzione fino alle riprese. Ho partecipato più da vicino di quanto sia solito fare con un autore.

D. Il libro del 2007 “More Than Eyes Can See: A Nine Month Journey into the Aids Pandemic” è un resoconto di un viaggio di nove mesi con la tua famiglia in zone afflitte dall’HIV. Dopo dieci anni dalla pubblicazione, pensi che la situazione sociale sia cambiata nella prevenzione dell’HIV?
Rhidian Brook. Mi fu chiesto se volessi scrivere un libro per Salvation Army (movimento internazionale evangelico, n.d.r.), un’associazione che fa un importante lavoro nella prevenzione dell’HIV e dell’AIDS. Poiché era promossa dal partito di sinistra, ero sul punto di rifiutare. Alla fine sono andato con mia moglie e due figli e abbiamo trascorso un anno in comunità colpite da HIV / AIDS. Da quello che so, penso che la situazione sociale intorno alla pandemia è migliorata. I tassi di infezione sono più bassi e il trattamento e la risposta più efficace.

D. Se potessi essere un personaggio storico, chi sceglieresti?
Rhidian Brook. Forse il discepolo Giovanni, autore del “Vangelo di Giovanni”. Anche solo per frequentare Dio mentre camminava sulla terra.

D. Puoi dare ai lettori di Mauxa qualche anticipazione sul tuo prossimo progetto?
Rhidian Brook. Ho appena finito il mio prossimo romanzo, “The Killing of Butterfly Joe”. Si basa sulle mie esperienze di vendita di farfalle in teche di vetro negli Stati Uniti, quando avevo 23 anni. Ho viaggiato in 32 stati e sperimentato un'avventura epica. Sono lavorando per l'adattamento del romanzo (in uscita a marzo) per il cinema, assieme al produttore di “Room” e “La teoria del tutto”.

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