Humans, la serie fantascientifica tra parodia della vita e singolarità

Tv / News - 04 January 2017 07:00

Dopo "Westworld" la tematica della coscienza artificiale trova nuovi sviluppi in "Humans". La seconda stagione della fiction debutta sull'emittente statunitense AMC il 13 febbraio

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Sulla scia del successo ottenuto da "Westworld", la fiction fantascientifica "Humans" torna a rappresentare la tematica degli androidi e della coscienza artificiale. La seconda stagione della serie britannica debutta negli Stati Uniti sull'emittente televisiva AMC il 13 febbraio 2017.

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La prima stagione, disponibile sulla piattaforma streaming TIMvision dal 4 maggio 2016, propone al pubblico un intenso racconto della capacità sviluppata da alcuni assistenti robotici, denominati synth, di elaborare propri ragionamenti e provare delle vere sensazioni fino a sfuggire al controllo degli esseri umani.

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Le analogie tra "Westworld" e "Humans" interessano alcuni significativi aspetti della trama. Entrambe le serie televisive costruiscono figure di androidi perfettamente somiglianti a uomini e donne. L'estensione del racconto offerto da "Westworld" supera maggiormente la realtà grazie alla costruzione di un ambiente ai limiti del fantastico, ovvero il parco dove risiedono e agiscono gli androidi e nel quale trovano spazio le linee narrative definite per ogni personaggio. In "Humans" il contesto spazio-temporale è più realistico, la fiction raffigura un mondo in cui il progresso tecnologico è estremamente avanzato ma la manifestazione di esso tramite l'assistenza robotica dei synth è ricondotta in una determinata realtà sociale, la famiglia.

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Nel primo episodio della produzione britannica, Joe Hawkins acquista all'oscuro della moglie Laura un androide con le sembianze di un'affascinante ragazza. L'intento dell'uomo è presentato come ricerca di un miglioramento della condizione familiare, alterata da tensioni e dinamiche reali come il conflitto tra figli e genitori e la degenerazione del rapporto coniugale. Il synth è chiamato Anita e si inserisce all'interno del contesto casalingo prestando assistenza nella faccende domestiche. 

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Fin dalle scene iniziali, la serie fantascientifica rivela una duplice visione degli androidi: Joe e i suoi figli rivolgono ad Anita dei comandi accentuando la sensazione del "possesso" del robot, Laura assume invece un atteggiamento diffidente nei confronti del synth evocando un inconscio "timore" di esso. 

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Proprio come accade in "Westworld", anche la trama di "Humans" è movimentata da alcuni androidi che acquisiscono la capacità di mentire, provare sensazioni, fuggire e nascondersi dagli essere umani che li hanno creati. Inoltre, anche nella fiction britannica è citato un personaggio che ha avuto l'intenzione di sviluppare la coscienza artificiale, David Elster. Quest'ultimo è citato dal professor Edwin Hobb, il quale riassume il suo obiettivo nel "creare la vita meccanica".

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Tra i synth modificati e in grado di pensare e provare emozioni c'è anche Anita, rapita cinque settimane prima da alcuni misteriosi uomini e successivamente acquistata da Joe. Il professor Hobb spiega che questi androidi sono "una parodia della vita", pertanto pericolosi per gli esseri umani. Lo stesso personaggio cita il matematico John von Neumann e il concetto di singolarità, coniato negli anni Cinquanta per descrivere "quell'inevitabile momento nel futuro in cui la tecnologia ci avrebbe superati".

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