Godzilla, la soluzione al pericolo nucleare nel nuovo film sul dinosauro con Aaron Taylor-Johnson

Cinema / News - 31 December 2013 08:00

Godzilla: il mostro nato da radiazoni nucleari torna in un nuovo film. Ma stavolta il suo obiettivo è di pace e non solo di distruzione

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Godzilla è il film di fantascienza in uscita il 16 maggio 2014 negli Stati Uniti, diretto da Gareth Edwards e interpretato da Aaron Taylor-Johnson, Elizabeth Olsen, Juliette Binoche e David Strathairn.

La trama ruota attorno al mostro Godzilla di Toho, il quale deve combattere contro le creature malevoli che minacciano l’umanità.

Era il 1954 quando il regista giapponese Ishiro Honda portò il personaggio per la prima volta sullo schermo. Qui una barca da pesca viene attaccata da un lampo di luce vicino Odo Island, e la causa è il mostro marino conosciuto come "Godzilla", enorme creatura a metà tra un odierno rettile e un dinosauro, nato a causa di un’esplosione nucleare. Il mostro crea devastazioni, e il metodo che gli abitanti usano per allontanarlo è anche la fede e la preghiera. Alla fine del film il mostro muore, vanificato in fondo al mare con la convinzione che se l'umanità continuerà a testare armi nucleari un altro Godzilla possa tornare di nuovo.

Il mostro è ispirato all’immaginario Rhedosaurus creato dall’animatore Ray Harryhausen per il film “Il risveglio del dinosauro” (”The Beast from 20,000 Fathoms”) del 1953. È sia anfibio che capace di muoversi sulla terra, con una pelle squamosa, punte sul dorso e sulla coda e un fronte corrugata. Per rimarcare il rapporto del mostro con il bomba atomica e le radiazioni letali la texture della pelle è ispirata alle cicatrici viste sui sopravvissuti di Hiroshima. Nei fumetti è speso di colore verde, e quando all’interno del corpo si genera un’esplosione nucleare, dalle fauci emette un raggio di calore radioattivo. È immune alle tradizionali armi grazie alla sua pelle robusta e la capacità di rigenerazione, e poiché è sopravvissuto ad una esplosione nucleare non può essere distrutto da nulla che sia meno potente. 

L’aspetto particolare è che non ha un istinto predatorio e non mangia gli umani, sostentandosi con le radiazioni.

Dal punta di vista morale è un “dio della distruzione”, che annichilisce ma dalle cui ceneri nasce sempre qualcosa di nuovo. 

Ed è proprio questo aspetto su cui si concentra il  nuovo film in uscita. Godzilla qui uccide altri esser malevoli, con una modalità che fa presagire un suo altruismo. La stessa Warner Bors che produce il film con la Legenday Pictures ha avallato questo messaggio positivo con le recenti produzioni, da “The Hunger Games” a “Lo hobbit”, e anche  stavolta il soggetto del film riproduce tale ottimismo.

La rinascita non è casuale, ma occorre che sia sempre promossa dagli individui. In questo caso da un mostro, che pur se nato da un errore umano si pone risolutore. Certamente alle semplici persone non è dato di porre rimedio a questo disfacimento, perché occorre o essere predatori come in “The Hunger Games” o catapultati in un mondo magico come in “The Hobbit”. Se la paura degli attentati assedia l’umanità, allora la soluzione è solo superiore alle nostre possibilità d’intervento. In tal senso Godzilla dopo i buoni incassi del 1998 di 379 milioni di dollari, ancora ignaro dell’attentato alle Torri Gemelle rappresenta quel potere superiore che ci infonde sicurezza e non più timore.

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