François Truffaut, a 30 anni dalla scomparsa il suo cinema è più vivo che mai

Cinema / Classico / News - 17 October 2014 10:55

François Truffaut 30 anni dopo. Il 21 ottobre 1984 moriva a Parigi a soli 52 anni uno dei registi più importanti della storia del cinema: una perdita inestimabile per la Settima Arte, ch

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon

François Truffaut. Molti ricordano il regista François Truffaut nei giorni del trentennale della sua scomparsa come uno dei massimi esponenti della Nouvelle Vague, il movimento cinematografico di rottura francese che sul finire degli anni 50 portò una ventata di freschezza e ribellione in netto contrasto con stile e contenuto del cinema delle generazioni precedenti. Riduttivo. Truffaut era molto di più: nessuno come lui ha saputo trasportare sul grande schermo tutta la gamma di sentimenti che si possono provare e in tutte le fasi della vita, dall’infanzia (“Il ragazzo selvaggio”, “Gli anni in tasca”) alla morte (“La camera verde”) privilegiando con il suo inconfondibile sguardo romantico i suoi sconfinati amori per le donne (“L’uomo che amava le donne”), il cinema e la letteratura. Oggi tutto il mondo celebra la ricorrenza, a cominciare dalla sua città Natale, Parigi, con una imperdibile mostra alla Cinemathèque Française in esposizione fino al 25 gennaio 2015.

François Truffaut biografia. Nato il 6 febbraio 1932, Truffaut ha un’infanzia e un’adolescenza infelice e tormentata, vissuta tra riformatori repressivi e genitori distratti. Unica via di evasione la sala cinematografica, dove il ribelle inquieto Truffaut scopre la sua grande passione, tanto da farne un mestiere, dapprima come critico, per i prestigiosi Cahiers du Cinéma, poi come regista. Anche durante gli anni dietro la macchina da presa Truffaut non dimentica di scrivere di film: celebre il libro fiume dove intervista uno dei suoi miti, Sir Alfred Hitchcock, e altrettanto celebri rimangono i suoi grandi amori, spesso muse dei suoi film, da Catherine Deneuve a Jacqueline Bisset, da Jeanne Moreau a Fanny Ardant, dalla quale ha avuto una delle sue tre figlie.

François Truffaut film. Dopo l’esordio con tanto di Palma d’oro come regista al Festival di Cannes 1959 con il capolavoro “I 400 colpi”, François Truffaut spazia nei generi cinematografici sempre con naturale disinvoltura, dalla fantascienza (“Fahrenheit 451”, 1966) al noir (“La sposa in nero”, 1968), prediligendo storie con amori inquieti e impossibili (“Jules e Jim “, 1962, “La mia droga si chiama Julie, 1969, “Adele H”, 1975, “La signora della porta accanto”, 1981). L’Oscar lo porta al casa nel 1975 grazie al suo personale omaggio al mondo del cinema, con la storia della travagliata lavorazione di un film, “Effetto notte”, e consensi unanimi li raccoglie pure “L’ultimo metrò”, con Gerard Depardieu, dove finzione teatrale e realtà si mescolano ad arte.
Truffaut viene anche ricordato, caso unico nella storia del cinema, per aver raccontato la storia di un personaggio da lui pensato e creato, Antoine Doinel (sempre interpretato dallo stesso attore, Jean Pierre Léaud), filmandolo nella sua crescita fisica e psicologica nel corso degli anni attraverso 5 film girati nell’arco di 20 anni, da “I 400 colpi” a “L’amore fugge” (1979), passando per "Baci rubati" (1968).

François Truffaut anniversario. Il 21 ottobre 1984 un tumore al cervello ci ha resi orfani di uno dei maestri indiscussi non solo del cinema francese, ma della Settima Arte in assoluto. Siamo certi che François Truffaut avrebbe potuto ancora regalarci tanti altri grandi film, per meditare con ironia e sentimento sulla vita in tutte le sue sfumature, ma la straordinaria modernità del patrimonio umano e culturale che ci ha lasciato è senza dubbio sufficiente per farci amare ancora di più la magia del grande schermo.

© Riproduzione riservata




Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon