Fiaba d'amore di Antonio Moresco, l'incanto come forma di verità

Comics / News - 14 January 2014 14:35

Da oggi in libreria, "Fiaba d'amore" di Antonio Moresco: "a chi va, nelle fiabe, la sorte meravigliosa? A colui che senza speranza si affida all'insperabile" (Cristina Campo).

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Nello studio televisivo di “Che tempo che fa”, Fabio Fazio ha ospitato domenica scorsa David Grossman e Antonio Moresco. L'incontro è stato l'occasione per parlare di scrittura, politica e letteratura. In anteprima, Moresco ha anche presentato il suo nuovo libro: Fiaba d'amore, edito da Mondadori nella collana Libellule.

C'era una volta un vecchio che viveva sul marciapiede. Forse, un tempo, è stato un uomo importante. Non lo sappiamo. Ora è uno straccione. Lo chiamano il vecchio pazzo. Un'esistenza senza speranze ad attenderlo. Il cartone, una crosta di pane, l'umidità nelle ossa. I giorni sembrano eterni, le notti sono dannatamente fredde. Pochi, i pensieri sopravvissuti.
Ma un giorno una giovane e bellissima ragazza incrocia il suo sguardo smarrito. Lo raccoglie e lo porta con sè a casa. Lo lava, lo nutre e lo cura. È l'inizio di una nuova vita felice. Si nutrono speranze, si ridestano i pensieri.
Ma l'incantesimo si spezza. La ragazza scompare. Così come è stato riconosciuto, viene abbandonato di nuovo. Il vecchio si avvia verso il regno dei morti. La neve seppellisce la città. Quando la giovane lo viene a sapere, muore dello stesso dolore. E allora accade un'altra cosa incredibile. I protagonisti si rincontrano in un dove possibile, oltre la morte.

In Fiaba d'amore lo scrittore si avventura lungo i confini tra la vita e la morte. Un viaggio di andata e (rinnovato) ritorno per una definizione diversa del mondo. Nell'opera di Moresco, Grossman individua “una combinazione di durezza, oscurità e poesia del libro: un leitmotiv musicale che lo accompagna in qualsiasi cosa che scrive”.

Le favole sono dei potenti lasciapassare per attraversare il dolore. Offrono insegnamenti concreti e la possibilità di varcare la soglia del non conosciuto. Possono essere estremamente crudeli come lo può essere la vita, considera l'autore, ma possono anche infrangere le maschere con cui le persone ogni giorno si rifugiano nelle menzogne.
La letteratura dovrebbe attraversare le frontiere, allargare gli orizzonti possibili e mostrare la vita da nuove prospettive. Dovrebbe porsi il compito di abbattere muri senza temere la morte perchè questo significa avere paura della libertà. E uno scrittore - sottolinea Moresco - non dovrebbe rinnegare l'anelito verso la libertà: “Abbiamo, oggi, bisogno di superare dei limiti. Siamo chiusi dentro gabbie e barriere di ogni tipo. Qualche volta nella letteratura si vede la capacità di sfondare queste gabbie rivelandosi profetica”.

Fiaba d'amore nasce dall'attenzione alle storie dell'anima che i volti della strada narrano. Moresco cammina molto. Di giorno, ma anche di notte. Durante la stagione invernale, quando incontra le persone che dormono sulle strade. Racconta di come ormai sia una presenza familiare per i senzatetto della città. Capita di scambiarsi qualche parola: “E' un popolo perduto, segreto, che io sento molto vicino e che ci sta dicendo una cosa importante. Non sono solo gli ultimi della fila. Ci sta dicendo che la nostra vita è sbagliata. Non è che non hanno saputo tenere il passo, ma forse ci dicono anche che il nostro passo è sbagliato. E che forse tutta la vita è da cambiare. E allora è per questo che li ho eletti a personaggi della mia storia”.

© Riproduzione riservata




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