Festival di Venezia 2017: recensione del film 'Loving Pablo'

Cinema / Festival / News - 08 September 2017 08:00

"Loving Pablo" è il film fuori concorso presentato alla Mostra del Cinema di Venezia

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Pablo Escobar (Javier Bardem) è il politico che divenne membro della camera dei deputati colombiana dopo aver finanziato con il soldi della droga entrambi i candidati. Ha una relazione con la giornalista Virginia Vallejo (Penélope Cruz), pur avendo una moglie e due figli. A questo aspetto sentimentale si interseca quello criminoso, perché Pablo è anche il trafficate più famoso della fine del secolo.

Il film "Loving Pablo" dì Fernando León de Aranoa  oscilla tra la pretesa di mostrare una storia d’amore e rendere Escobar nettato dai suoi peccati: lui è infatti uno dei più famosi criminali della storia, incamerando un patrimonio del valore di 30 miliardi di dollari, con un guadagno avvenuto attraverso il traffico della cocaina diretta negli Stati Uniti.

In quegli anni fornì circa l'80 per cento della cocaina contrabbandata. Fu anche filantropo, costruì appartamenti per i più poveri, acquista anche una notorietà pubblica, addirittura come voce del popolo. Ma ciò non gli impedì di essere ricercato, dal momento che cominciò a vivere della propria presunzione, pagando anche chiunque avesse ucciso dei funzionari delle forze dell'ordine.

Il film oscilla tra questa possibilità di mostrare un personaggio vittima della propria ambizione, e uno che per amore è disposto a sacrificarsi. Se non ci sono rinunce è arduo mostrare la crescita di un individuo così egotistico, paragonabile ad uno Scarface interessato solo al proprio tornaconto economico e sganciato da quello personale. Infatti l'amore per Virginia non è descritto con accuratezza, ma è solo una specie di vezzo.

Penelope Cruz mostra con efficacia una donna vittima di un amore fasullo, che mira ad avere la potenza che il denaro di Pablo può renderle: ma poi è vittima della sua stessa ambizione, perché anche lei sarà ricercata per essere uccisa. L'attrice spagnola impersona questo patimento, che passa per la fine della sua carriera di giornalista all’umiliazione di dover implorare soldi e protezione a Pablo.

Bardem è un eroe fuori misura, lasciato poi dai suoi collaboratori che lo tradiranno. Nonostante la vicenda appaia a tratti didascalica - rischio corrente in tutti i biopic - il regista alterna questa biografia con azione e pathos, che rendono il film coeso e illuminate su un periodo storico poco usato al cinema, ed invece necessario per comprendere fin dove possa arrivare il legame tra corruzione e Stato.

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