Ennemi Public: incontro con Angelo Bison, protagonista della serie tv

Tv / News - 13 December 2016 15:30

"Ennemi Public" è la serie in onda sulla Radio Télévision Belge Francophone: è stata presentata al Roma Fiction Fest.\r\n\r\n

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Mauxa ha incontrato ha Angelo Bison, l’attore che nella serie tv "Ennemi Public” interpreta il killer Guy Béranger, che viene poi inserito in libertà vigilata in un’abbazia non state l’opposizione degli abitanti del paese. La prima puntata della serie belga è stata presentata al Roma Fiction Fest (leggi la recensione della serie tv).

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D. Il tema affrontato è molto complesso.

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Angelo Bison. Specialmente in Belgio dove c'è stata un'attenzione verso questo tema, a causa degli assassinii compiuti da Marc Dutroux. Chiesi ai produttori cosa volessero e loro mi dissero che dietro il killer doveva emergere un essere umano.

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D. Tu provieni dal teatro: come mai hai scelto di lavorare in tv?

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A. B. Sì, e infatti nel Belgio dove si parla la lingua francese le serie TV sono un terreno nuovo. “Ennemi Public” in generale è la seconda prodotta. I giovani registi della serie, che hanno trent'anni mi proposero il personaggio e dissi che io avevo lavorato solo a teatro. Ho accettato il lavoro anche con un senso di soggezione perché sentivo la responsabilità del ruolo.

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D. Immedesimarsi in un personaggio orribile come Guy Béranger è stato difficile?

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A. B. Béranger è come un muro, dietro di lui non c'è niente. È anche imperscrutabile. La storia essendo televisiva assume maggiore forza, perché coinvolge gli spettatori. Chiesi ai produttori se erano previste delle guardie del corpo quando sarebbe stato messo in onda (sorride). La televisione entra proprio nell’intimo delle persone. Alla fine è andato tutto per il meglio, per strada tutta la gente che mi fermava e si complimentava.

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D. La serie si incentra anche sul giudizio e sul perdono di assassino. Sei d’accordo?

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A. B. Nulla è bianco o nero, e nelle fiction classiche ciò invece accade. Per questo la popolazione del paese si schiera contro di lui, oppure giustifica la sua redenzione.

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D. A cosa ti sei ispirato?

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A. B. Mi consigliarono di intenderlo come un uomo che non vive nel mondo nostro, bensì in una sua dimensione. Inizialmente ho letto molto, poi ho buttato tutto via. I registi e produttori mi hanno guidato è preso per la mano, entrando dentro di me . Anche a teatro mi piacciono i personaggi molto perturbati, che fanno emergere ciò che c'è dentro di noi.

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