Comics in fasce, fumetto Bibì e Bibò di Dirks ispirato a Max e Moritz

Comics / News - 07 December 2013 07:00

Dalle origini al concludersi degli anni Venti si protrae quella che potremmo definire l'infanzia dell'arte dei balloon, una fase in cui storie e protagonisti si rivelano quasi esclusivamente umoristic

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La prima infanzia del fumetto è affollata di bambini, i personaggi più rappresentativi del genere agli inizi. Fra loro Bibì e Bibò (nomi originali: Hans e Fritz), ossia “The Katzenjammer Kids”, monelli gemelli inventati a fine Ottocento da Rudolph Dirks: i due ragazzini sarebbero i figli del fantomatico signor Katzenjammer (personaggio che non compare mai nelle storie), nonché della sopraffina cuoca Tordella. Le loro avventure risultano ambientate in Africa, in un’imprecisata località dove le persone parlano un buffo idioma. Nel comic appaiono negri indigeni panciuti, il barbuto Capitan Cocoricò e l’Ispettore, un ometto in cilindro e palandrana gialla.

“Katzenjammer” in tedesco vuol dire “lamento del gatto”, ma anche “mal di testa il mattino seguente ad una sbornia”; qualcuno perciò ha inteso che Bibì e Bibò possano essere il risultato di qualche bagordo sessuale compiuto sotto spirito alcolico, alla stregua dei numerosi orfani che all’epoca  popolavano le vie di New York. Per le burle crudeli che combinano, vengono  inesorabilmente sculacciati alla fine d’ogni storia, eppure continuano a fare guai episodio  dopo episodio. Le ambientazioni delle vicende risultano essenziali ed arrotondate. Gli adulti, caricaturali ed eccessivi, rammentano il Burlesque ed i suoi attori comici.

Bibì e Bibò discendono chiaramente da Max e Moritz, creature partorite oltre un trentennio prima dal genio di Wilhelm Bush, umorista germanico che nel 1865 aveva pubblicato uno scritto in rima baciata dalle grottesche illustrazioni: “Max und Moritz, eine Bubengeschichte in sieben Streichen”, ovvero “Max e Moritz, una storia per bambini in sette scherzi”. Vi raccontava le malefatte di due bambini, Max e Moritz appunto, che, privi di ritegno e d’apparente rimorso, giocavano tiri mancini a poveri innocenti in una saga consacrata per intero al  divertimento ed alle birbonerie.

La cattiveria di Max e Moritz restava tutt’altro che impunita: “Cigolando cigolando/ van le mole macinando / ed infine i birichini / son ridotti in granellini./ Ora i paperi fan festa… / e di loro cosa resta?”, spiega la didascalia apposta da Bush ai suoi disegni. Con fantasioso sadismo ed humour nero, infatti, l’autore faceva fare una finaccia ai suoi bricconi: colti in flagrante durante una burla e chiusi in un sacco, un mugnaio li porta a macinare rendendoli pasto per uccelli. Insomma, c\'è di che rabbrividire e le punizioni inflitte a Bibì e Bibò, al confronto, fanno quasi tenerezza...

“The Katzenjammer Kids” esordì nell\'allegato umoristico del New York Journal  nel mese di dicembre 1897. Quando Rudolph Dirks si allontanò dagli Stati Uniti d\'America per effettuare un lungo viaggio europeo, fu sostituito dal collega Harold Knerr e, al suo rientro, riprese a disegnare la strip per il quotidiano New York World dell\'editore Joseph Pulitzer. Le avventure di Bibì e Bibò sono probabilmente le prime, nella storia del fumetto USA, a far uso dei ballon ossia delle “nuvolette”, segni grafici convenzionali  atti a contenere i testi pensati o pronunciati da un personaggio, oppure emessi da una fonte sonora.

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