Alessandro Preziosi è don Peppe Diana nella serie tv 'Per amore del mio popolo'

Tv / News - 18 December 2013 12:00

Rai Fiction, in collaborazione con Aurora Film, rende omaggio a don Giuseppe Diana con "Per amore del mio popolo", serie tv a lui dedicata che andrà in onda su Rai Uno il 19 marzo 201

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Rai Fiction, in collaborazione con Aurora Film, rende omaggio a don Giuseppe Diana con “Per amore del mio popolo”, serie tv a lui dedicata che andrà in onda su Rai Uno il 19 marzo 2014.

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E proprio ieri mattina a Frignano è partito il primo ciak: a dare il volto al presbitero ucciso il 19 marzo 1994 sarà Alessandro Preziosi, il quale qualche giorno fa si è recato a casa della famiglia di don Diana, a Casal di Principe, accompagnato dal regista e dal produttore, per incontrare i fratelli e la mamma del sacerdote assassinato. L’attore ha voluto immergersi nella quotidianità do Don Peppe, cercando di comprendere una personalità così semplice ma nello stesso tempo così determinata: "Ha visitato la stanza di don Peppe che è ancora intatta” , ha spiegato Valerio Taglione responsabile del Comitato don Diana, “e ha parlato a lungo con i familiari. Preziosi è venuto per interpretare con lo spirito giusto un sacerdote che con la sua morte ha cambiato il corso della storia di queste terre (…)”.

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Figura cardine del prete-anticamorra Giuseppe Diana nasce a Casal di Principe, nei pressi di Aversa. Entrato in seminario nel 1968, nel 1982 viene ordinato sacerdote e da quel momento inizia la sua battaglia contro l’oppressione nei confronti della sua gente ad opera della malavita campana. Don Peppino Diana si adopera attivamente cercando di aiutare la gente nei momenti resi difficili dalla camorra, in particolar modo negli anni del dominio assoluto della camorra casalese, legata principalmente al boss Francesco Schiavone, detto Sandokan. Gli uomini del clan controllano non solo i traffici illeciti, ma si sono anche infiltrati negli enti locali e gestiscono fette rilevanti di economia legale, tanto da diventare "camorra imprenditrice".

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Come era purtroppo prevedibile, coloro che tengono in mano le redini del potere camorristico non vedono di buon occhio chi gli rema contro e intralcia il loro cammino verso il potere che schiaccia la gente. E così alle 7.25 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, Giuseppe Diana è assassinato nella sagrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, mentre stava per celebrare la santa messa. Un killer lo affronta con una pistola e cinque proiettili vanno tutti a segno: due alla testa, uno al volto, uno alla mano e uno al collo. Don Peppe Diana muore all'istante. L'omicidio, di puro stampo camorristico, fa scalpore in tutta Italia tant’è che un messaggio di cordoglio venne pronunciato da papa Giovanni Paolo II durante l'Angelus.

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Per amore del mio popolo non tacerò è uno degli scritti più toccanti di Don Peppe Diana, manifesto dell'impegno contro il sistema criminale che denuncia lo squallore della camorra che con i suoi tentacoli si allunga, prende alla gola fino a soffocare la sua città: “ Siamo preoccupati. Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra (…) La Camorra oggi è una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana (..)”.

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Don Peppe è stato un uomo che non aveva paura di denunciare il male che, come petrolio nel mare, si espandeva nella sua città. Un uomo che ha pagato il suo coraggio con la propria vita.

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