Litfiba, benvenuti al concerto delle teste pensanti
I Litfiba si sono esibiti a Perugia, per un ritorno atteso

Se in Italia il rock ha un nome, di certo questo spetta ai ritrovati Litfiba, nella storica coppia composta da Ghigo Renzulli e Piero Pelù.
Eccoci di ritorno da ben due abbondanti ore del concerto tenutosi a Perugia presso il Pala Evangelisti.
Un potente quattro quarti di batteria introduce l'inizio delle danze, ed ecco uscire dal retro palco la coppia leader, tornata all'unisono, che parte inneggiando una trascinante "Proibito".
\r\nIl suono sin da subito dimostra l'energia ritrovata, grezzo e potente, come si raccomanda ad una vera rock band, e come non era mai stato per il gruppo, forse solo nel tour che fu di "Terremoto" in cui ebbero addirittura ben due chitarre sul palco.
\r\nNonostante il buon wattaggio e il sound decisamente rock, il suono inizialmente risulta essere lievemente impastato, e peccato per la batteria, che per tutta la durata dello show emerge poco rispetto agli altri strumenti.
\r\nLa scaletta è delle più trascinanti e ripesca in tutto il repertorio dei quasi trent'anni di carriera, con un bis e addirittura un tris, per un totale di ben venti canzoni trascinanti, in cui troviamo: Paname, Sparami, Sotto il vulcano, Tex, Morgana, Soldi, Ritmo, El Diablo, Corri, Sole nero e Barcollo gli ultimi due singoli tratti dall'ultimo album raccolta, e la splendida Louisiana, il pezzo più bello in assoluto per il sottoscritto con un testo da brivido sulla pena di morte, il tutto intervallato da un ottimo dialogo di Pelù con noi del pubblico, in cui non manca di sfornare la sua rinomata filosofia molto poco politically correct...ma va bene e ci piace così!
\r\nSugli ultimi pezzi il popolo delle retrovie, situati oltre il mixer, si raggruppano per lanciarsi in balli sfrenati, sotto gli occhi spenti e dubbiosi delle forze dell'ordine.
\r\nPiero trascinatore di masse, ci svela essere in forma eccezionale e brama il calore del pubblico, riconfermando essere IL vero rocker mediterraneo, con una performance davvero adrenalinica, che segue un ordinario crescendo, arrivando al culmine sul finale dell'ultimo pezzo "Cangaceiro" in cui Pelù si concede letteralmente alla platea con un teatrale stage diving, tirandoci in un'ovazione generale.
\r\nUn finale da urlo che però viene rovinato da un lieve "problema tecnico". Vengono spente le luci forzatamente, ma il gruppo dal palco continua imperterrito la sua cavalcata rock "...tanto siamo qui per ascoltare la musica non per vedere!" a detta di Piero. Fortunatamente nel giro di poco l'imprevisto è risolto così possiamo goderci fino in fondo il finale dello show, ma anche questo è il bello del rock'n roll!
\r\nVeramente ben tornati!
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