La Pecora Nera: Storia Di Un “Povero Matto”

Cinema / News - 03 October 2010 16:10

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"Come ti ho fatto ti disfo...piu piupiupiu" questo è il tema - cantilena che corre per tutto il film e che dà un senso non solo al rapporto gallina - uova, ma a quello genitore - figlio e, più estesamente, a quello società - individuo. Il tema del film è infatti la malattia mentale, incarnata nel personaggio di Nicola, e il suo sistematico rifiuto e allontanamento dalla parte "sana" della società come qualcosa da cui difendersi e tenere alla larga. Presentata alla 67° Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia in concorso nella sezione principale, La pecora nera è l'opera prima di Ascanio Celestini, tratta dal suo romanzo La pecora nera - Elogio funebre del manicomio elettrico e già proposta in teatro e in DVD. Frutto di un lavoro di ascolto e di ricerca durato due anni condotto dallo stesso Celestini in vari istituti psichiatrici, risente in modo evidente di questa esperienza diretta, perché ha un sapore di autenticità ed empatia verso quel mondo di "poveri matti" di cui l'autore descrive quotidianità e interiorità.

Nel film viviamo la storia di Nicola, tra un presente, negli anni '90, in cui vive in un istituto di malati psichiatrici condotto da suore e un passato, nei cosiddetti "favolosi anni '60", in cui vive con una nonna con la fissa delle uova che è sempre stata vecchia, un padre del tutto privo di alcun istinto di protezione verso la prole, una madre che vegeta nello stesso istituto in cui verrà internato il figlio e due fratelli più grandi venuti su come bestie. La storia si alterna tra presente e passato gettando sempre più una luce sul vissuto di Nicola, sulle sue fantasie, i suoi flussi di pensieri di ieri e oggi, il suo amore passato che riemerge nel presente, il suo amico immaginario che altro non è se non il suo alter ego con cui condividere fisse e riflessioni. Tutta la storia è raccontata dalla voce narrante del protagonista che, come un fiume in piena, esprime riflessioni, fantasie, punti di vista su tutto il suo mondo fatto di piccole cose come l'andare a fare spesa con la suora, il mettere in ordine perché "se metti in ordine poi le cose le ritrovi sempre", il suo considerare l'istituto come un luogo di santi in cui "il direttore è il più santo dei santi, è Gesù Cristo", ed altro ancora. Visto il tema piuttosto pesante e a tratti deprimente, Celestini è riuscito ad alleggerire la storia conferendole un tocco naif e quasi macchiettistico che rende il tutto più leggero, a tratti comico. Ci pensa il finale, con delle parole pesanti come un macigno, a ricordarci tutto il peso di questa tematica e a lasciarci con qualcosa di importante su cui riflettere. Il regista riesce abbastanza nell'impresa di trasporre sullo schermo un testo primariamente letterario e poi teatrale, utilizzando però un po' troppo la parola, a discapito dell'immagine. Ottimi gli attori a partire dal giovane interprete del Nicola da bambino, lo stesso Celestini (Mio fratello è figlio unico - 2006, Questione di cuore - 2009) e il bravissimo Giorgio Tirabassi (La cena - 1998, Paz - 2002). Sicuramente un film da non perdere perché offre una visione poetica e un po' sognante ma assolutamente realistica del mondo della malattia mentale, una visione non scontata e che evita accuratamente il sensazionalismo.

 

Regia: Ascanio Celestini. Sceneggiatura: Ascanio Celestini. Interpreti: Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Maya Sansa, Luisa De Santis, Nicola Rignanese, Barbara Valmorin, Luigi Fedele, Alessia Belardi, Alessandro Marverti, Mauro Marchetti, Massimo Barone, Roberta Sferzi, Annamaria Spalloni, Roberto Latini, Gaetano Ventriglia, Veronica Cruciani, Adriano Pallotta, Alberto Paolini, Igiaba Scego, Olek Mincer, Fabio Biaggi, Maurilio Leto. Genere: Drammatico. Durata: 93 min. Paese: Italia 2010. Produzione: Madeleine srl, Raicinema. Distribuzione: Bim. Uscita: venerdì 1 ottobre 2010.

Si ringrazia il cinema Cityplex Politeama Lucioli per la collaborazione.  http://www.cinemateatrilucioli.it

 

© Riproduzione riservata




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