The Museum Of Wonders: Si Apre Il Sipario Delle Meraviglie

Cinema / News - 11 March 2010 12:09

image
  • CONDIVIDI SU
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
Nell'affascinante cornice del Casale della Cervelletta di Roma, uno straordinario complesso costituito da una torre d'epoca medievale circondata da più corpi costruttivi di epoche successive e addobbato a tema per l'occasione, abbiamo assistito alla serata di presentazione della seconda opera cinematografica del regista Domiziano Cristopharo, The Museum Of Wonders.

Il termine regista è forse limitativo per una personalità quale quella di Cristopharo, personaggio "poliedrico creativo" credo che sia un aggettivo che rappresenti meglio un individuo che si cimenta su molteplici campi artisti.

Il film pieno dei più classici riferimenti, rappresenta l'intramontabile tragedia d'amore che questa volta si consuma dietro le quinte di un immaginifico cabaret- burlesque.

Un retro palco incarnato da icone quasi mitologici, con donne barbute, nani, mangiafuochi, belle e ingannevoli donne avvolte da lamè e piume di struzzo, ci accolgono in questo fantasioso mondo visivamente pieno d'atmosfera e ricco di bellissimi costumi.

 

Il regista usa la scatola scenica e i suoi atipici personaggi che lo compongono, come metafora per tracciare il non-divario tra normalità e diversità, in cui sono gli istinti a dominare, qualunque sia la personalità incarnata in un qualsiasi corpo.

Il tutto è ornato con un'ottima estetica che prende spunto dal meglio dell'immaginario visivo e letterale della storia. Partendo del grande artefice che fu Méliès con la celebre luna parlante alle marionette vive dal cuore di stagno di collodiana memoria con il design in vago stile Metropolis, dall'atmosfera goliardica e spensierata del Mouline Rouge al drammatico Caligola del Maestro Carmelo Bene, il tutto condito con un lieve profumo che rimanda a sensazioni felliniane.

Sotto il profilo tecnico il prodotto ha buona fotografia, specialmente nei momenti in cui i tagli di luce sono molto netti e contrastati.

 

I dialoghi spesso risultano essere un po' prolissi e di natura troppo filosofica, il rischio è quello che il pubblico può non afferrare i concetti e distogliere l'attenzione.

Ma l'attenzione del pubblico di certo è attratta da quell'istinto del regista, legato a sensazioni di lieve rimando gotico, ma di sicuro bizzarre e grottesche.

Insomma assistiamo dall'esterno ad uno psycho circus dell'esistenza, in cui riscontriamo i nostri timori, le incongruenze sociali, e i desideri comuni a tutti.

 

Quando si riaccendono le luci si torna alla realtà, e scusate se apro una polemica di cui c'è sempre bisogno di rimarcarla purtroppo, ci risvegliamo una volta di più consapevoli delle poche possibilità che il nostro mercato dell'audiovisivo dà ai soggetti capaci.

Come sempre auspichiamo che vengano create le possibilità e si rischi maggiormente su prodotti diversi dai soliti..., e non precludere le opportunità a quei registi che hanno qualcosa da dire.

Un augurio al visionario Cristopharo, che mi sento di definire un Burton in erba di casa nostra.

 

 

 

© Riproduzione riservata




Seguici su

  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon
  • icon