Milla Jovovich, a carponi tra gli scatoloni per la Biennale di Venezia
La supermodella, attrice e cantante ucraina naturalizzata statunitense s'improvvisa installazione artistica all'interno di un cubo in un disordine creativo firmato da Tara Subkoff. Paparazzi curiosi

Milla Jovovich, all'anagrafe Milica Jovović, classe 1975, è in Italia, alla Biennale di Venezia. E si fa opera artistica vivente in nome di una particolare installazione che la vede interagire con orpelli, abiti, scatoloni ed altri elementi in un disordine creativo firmato dalla stilista Tara Lyn Subkoff. Chiusa in un dado trasparente offre degno materiale di scatto per i curiosi paparazzi che la fotografano, mentre resta “prigioniera” per sei ore di questa provvisoria casetta, fatta di plexiglass e legno ed affacciata sul Canal Grande.
Attorno alla struttura, che in sostanza è un cubo di tre metri e sessanta centimentri per lato sovrastato da un tetto a due spioventi il quale porta l'altezza massima a quasi quattro metri, si trovano radunati una serie di opere e di artisti, pronti ad esibirsi anche nel vicino campo San Samuele. Inizialmente dentro l'artistico dado, oltre alla Jovovich, c'era solo una piccola scrivania con due seggiole, un personal computer, un lampadario ed uno specchio. Man mano che vengono effettuati acquisti on-line, la struttura viene maggiormente riempita, con gli oggetti più variegati e strani! Il tutto in un'installazione che vuole esprimere la personale riflessione sull'attualità e lo spazio di Tara Subkoff, la quale si domanda dove stia andando la nostra società, portata ad accumulare sempre più in un collettivo appiattimento psicologico.
Milla Jovovich, figlia del pediatra serbo Bogdan Jovović e dell'attrice ucraina Galina Longinova, ha trascorso i primi cinque anni di vita a Kiev prima di trasferirsi a Londra e poi negli Stato Uniti d'America, dove ha vissuto ad Sacramento ed, in seguito, a Los Angeles, città in cui abita a tutt'oggi. A tredici anni ha fatto il suo debutto cinematografico comparendo nella pellicola “Congiunzione di due lune” di Zalman King. Nel 1996 è stata scelta da Luc Besson per il ruolo di Leeloo ne “Il quinto elemento” e tre anni dopo sarà la sua Giovanna D'Arco nell'omonimo lungometraggio dedicato alla famosa eroina francese ed accolto da pareri divergenti della critica.
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