Catherine-Zeta Jones, cure ottimali nella vita e presto in azione su Red 2

Cinema / News - 30 April 2013 11:09

L'attrice, ballerina e cantante britannica si fa ricoverare per curare al meglio il suo disturbo bipolare di secondo tipo. Dopo “Effetti collaterali”, la vedremo in un sequel di Dean Parisot pieno di

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Catherine Zeta-Jones è ripiombata nel buio del disturbo bipolare che, a fasi alterne, l'affligge. Perciò ha optato per un ricovero in clinica finalizzato a farsi curare. Già un paio d'anni fa si era fatta internare in una struttura sanitaria per fronteggiare i propri fantasmi: idee tristi e paure recondite che ne alterano l'umore tanto da farla oscillare facilmente tra la depressione e l'euforia. Certo la situazione che vive, accanto al marito Michael Douglas sofferente per un tumore alla gola, non l'aiuta a stare serena. Ma la bella star non si scoraggia e cerca una saggia soluzione per venir fuori dai problemi. Saper chiedere aiuto nei momenti di bisogno è infatti sintomo di maturità, buon senso, intelligenza, e  Catherine, capendo che da sola non può farcela, decide per l'ospedalizzazione.

La quarantatreenne attrice premio Oscar, tornata sul grande schermo a febbraio con il thriller di  Steven Soderbergh “Effetti collaterali”, ha recentemente interpretato anche il film  di Dean Parisot “Red 2”, sequel d'azione del lungometraggio del 2010 “Red”, tratto dall'omonimo fumetto disegnato da Cully Hammer e scritto da Warren Ellis. Nella pellicola è Miranda Woods, pericolosa ex fidanzata del protagonista,  l’agente in pensione della CIA Frank Moses impersonato da Bruce Willis.

La trama di “Red 2” s'impernia sulla ricerca di un missile nucleare per trovare il quale Moses riunisce un gruppo di poliziotti. Insieme devono vedersela con un esercito di omicidi, terroristi feroci e pazzi ufficiali del governo, tutti bramosi di possedere la potentissima arma. In una missione che li conduce a Parigi, Londra e Mosca, Frank e la sua squadra possono puntare unicamente sul proprio ingegno e sulla fiducia che li lega l’uno nell’altro per cercare di salvare il mondo e di restare vivi.

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