Frankenstein e il fumetto: una suggestione che dura da decenni

Comics / News - 08 January 2013 07:31

Frankenstein ha avuto successo anche nei fumetti

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Tutto ha avuto inizio nel 1818, quando la giovanissima Mary Shelley pubblica il romanzo Frankenstein o il moderno Prometeo, dove racconta la storia inquietante del dott. Frankenstein e dell’orribile mostro da lui creato; questo diventa talmente celebre nell’immaginario collettivo da finire per  essere erroneamente chiamato Frankenstein come il suo  creatore.

Probabilmente la Shelley non immaginava quanto longevo sarebbe stato il filone scaturito dalla sua creatura letteraria: non si contano tanto per cominciare, le versioni cinematografiche che - fin dai primi del Novecento - s’ispirano a questa storia. In particolare, numerosissime sono quelle realizzate dalla Universal Picture, il cui personaggio innesca la fortuna di Frankenstein nei fumetti, altro filone decisamente prolifico.

È stata la Dc Comics la prima casa editrice a lanciare Frankenstein nel mondo dei fumetti, pubblicando nel 1948 una storia di Batman su Detective Comics in cui si faceva largo il mostruoso personaggio. Gli autori erano lo scrittore di fantascienza Edmond Hamilton e il fumettista Bob Kane, ma l’idea venne presto recuperata anche da Len Wein in una storia in cui s’ipotizzava un Frankenstein sotto l’influenza del conte Dracula, che si ritrovava ad affrontare numerosi supereroi.

Se la Dc Comics apre le danze, non si fanno attendere altre case editrici: nel 1969 la Marvel Comics fa apparire per la prima volta in Silver surface una sua versione di Frankenstein, le cui caratteristiche e vicende sono più vicine all’originale romanzesco. Attinge ancora dalla versione della Universal invece il personaggio creato dalla Dell Comics, anche questo apparso negli anni Sessanta. Il sodalizio tra questa creatura terrificante e i fumetti sembra proseguire anche in tempi recenti: una nuova rivisitazione è uscita nel 2005 sempre per la Dc Comics, avente come autori Grant Morrison e Doug Mahnke. Segno evidente che la suggestione di questa figura letteraria è passata indenne nel tempo.

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