L'incanto della favola moderna, da Biancaneve alla Disney Pixar di John Lasseter e Steve Jobs

Comics / News - 09 February 2012 15:00

“C’era una volta” …fino a qualche tempo fa si pensava che tutte le favole iniziassero così, poi è arrivato Steve Jobs, il primo di tre articoli dedicati da Mauxa il giovedì a un grande personaggio, da

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L'incanto della favola moderna, da Biancaneve alla Disney Pixar di John Lasseter e Steve Jobs. “C’era una volta” …fino a qualche tempo fa si pensava che tutte le favole iniziassero così. Di sera, nella cameretta dei bambini, due genitori premurosi aprono un libro di favole, protetti dalla bolla di luce di una lampada colorata,  oppure, per i più fortunati, giocando con le ombre del fuoco che palpita nel  caminetto.  Molto probabilmente quei genitori possono cominciare con la frase: “C’era una volta, tanto tempo fa…”  ed è bene precisare che l’emozione di un classico, soprattutto se arricchito da illustrazioni poetiche, col suo profumo fresco di stampa, non ha né avrà mai eguali. In tal senso si trova in libreria una collezione di favole edita da Rizzoli, di cui per esempio segnaliamo Biancaneve (2011), con illustrazioni di Lacombe Benjamin, che a dir poco si potrebbe definire meravigliosa. Però, a pensarci bene, il modo di raccontare favole è ancora soltanto questo?

La sorpresa, la curiosità delle prime storie del periodo ellenistico, l’ironia di La Fontaine, ma anche l’impegno di Rodari o di Kipling, la dolcezza dei fratelli Grimm o la poesia di Antoine de Saint-Exupéry rivivono tutte anche nella meravigliosa soluzione tecnologica del cortometraggio, e Disney Pixar ne rappresenta forse la migliore rappresentazione, connubio tra fantasia e tecnologia. Da non perdere la straordinaria mostra dedicata alla Pixar a Milano in questi giorni (fino al 14 febbraio): i dettagli qui. Ancora una volta entra nella nostra storia la figura di Steve Jobs, colui che per primo ha creduto nella Pixar e nelle straordinarie capacità dell’uomo che ha cambiato il mondo delle favole:  John Lasseter. Grazie a lui nel 1988 si realizzò una nuova rivoluzione nel cinema di animazione che è stata recentemente paragonata a quella proposta da Walt Disney nel 1937, proprio con la celebre versione cinematografica di Biancaneve. Nel 1988 Lasseter e il suo team di animazione avevano paura di chiedere a Jobs (il maggiore azionista a quei tempi della Pixar) nuove risorse per un cortometraggio, il momento era difficile e la società era stata costretta a forti tagli. Alla fine, dopo la richiesta di Lasseter, Jobs era rimasto in silenzio, era scettico, avrebbe dovuto dar fondo a tutte le risorse della società e avrebbe dovuto metterci in più 300.000 dollari di tasca sua. Jobs volle che Lasseter gli raccontasse lo storyboard. Scesero al piano inferiore, nell’ufficio degli animatori, ed è qui che il grande amore per la poesia delle favole venne fuori: Lasseter voleva valorizzare i vecchi giocattoli, un uomo orchestra di latta (Tinny) incontrava un bambino che lo affascinava e terrorizzava al tempo stesso. Fuggendo sotto il divano, Tinny avrebbe trovato altri giocattoli spaventati, ma quando il bambino inavvertitamente avrebbe picchiato la testa, Tinny sarebbe uscito dal suo rifugio per consolarlo. Jobs decise di finanziare il progetto  Tinny Toy che vinse l’Oscar del 1988 per il corto di animazione; fu il primo cartone animato generato al computer a riuscirci. Durante la cena per festeggiare con tutto il team la vittoria, Lasseter ricordò l’unica condizione che aveva richiesto Jobs durante la lavorazione: “Ti chiedo solo una cosa, John: fallo magnifico!” . Così iniziò la favola della Pixar, che portò alla Disney un nuovo modo di pensare le storie per ragazzi. La fusione delle due aziende avvenne grazie a Bob Iger, e i maggiori successi di pubblico riscontrati nella storia del cinema di animazione non sono forse stati: Toy Story (I-II-III), A Bug’s Life (in cui era presente l’inversione sulla nota storia di Esopo della formica e della cicala),  Alla ricerca di Nemo, Gli Incredibili, Ratatouille, Wall-e, UP, Cars (I-II) e tanti altri. Un nuovo modo di raccontare le favole attraverso i film e, in piccolo, con i cortometraggi… Qualcuno potrebbe storcere il naso, pensando alla cosa più importante, cioè alla presenza dei genitori, alla loro voce che interpreta, rendendo uniche le avventure di principesse e  di draghi, ma, se ci si riflette, non è del tutto vero. Comincia ad accadere qualcosa di sorprendente… In una serata noiosa,  piena di partite o di reality show poco interessanti in Tv, capita che un giovane padre si avvicini alla sponda del letto di suo figlio. Sono le nove, forse le nove e trenta, la luna gioca a nascondersi sotto le nuvole. Questo papà fa una faccia buffa,  tira fuori il suo tablet oppure una delle stramberie elettroniche di ultima generazione che già di per sé fanno luccicare gli occhi al suo piccolo eroe. Poi batte due o tre tasti incomprensibili, ed è già iniziato il primo incantesimo,  dallo sfondo scuro, inizia la magia di un cortometraggio, quasi sicuramente Disney Pixar. Qui è l’immagine ad accompagnare la parola, trovando nuove forme di coinvolgimento, capaci di far viaggiare con la fantasia tutti i bambini. Si sfruttano soluzioni innovative, ma che assicurano la stessa emozione di una  delle migliori favole tradizionali. In fondo, non è forse questo il modo curioso di sbirciare dentro uno specchio magico?

C’è solo un sistema per verificare: provare a guardarli! Per esempio, durante i pochi minuti dell’ animazione dal titolo Parzialmente Nuvoloso, si può credere di spiccare il volo in un cielo limpido, scoprendo l’amicizia  di una cicogna per la sua nuvola. Si apprenderà così  una teoria interessante su come nascono i bambini, a partire dall’amore e dalla dolcezza…

 visualizza qui Parzialemente Nuvoloso

Oppure si potrà assistere alla incantevole descrizione della prima volta in cui la notte scopre l’esistenza del giorno (Giorno e Notte).  Anche persone tanto distanti, come la notte e il giorno,  si direbbe che possono  diventare amici durante l’abbraccio poetico di un’alba da sogno.

visualizza qui Giorno e Notte

Al di là della vivacità del disegno animato, arriverà comunque sempre  la parola cara di un genitore, una carezza, un commento e la forza delle favole, che ci lasceranno dentro una traccia. E’ una traccia di fantasia, di curiosità, che ci accompagnerà e che crescerà in noi e con noi. Ce la portiamo dentro ancora oggi, rivive in un sorriso sincero o nell’umorismo di tutti i giorni. Basta guardarci intorno per riconoscerne tante di tracce così, che appartengono tutte al mondo delle storie dell’infanzia. Per esempio si può scoprire l’insegna di un falegname con scritto sulla porta di ingresso “Mastro Geppetto”, oppure entrare in un negozio di abiti da sposa dal nome “Cenerentola”, e via discorrendo,  non sono forse questi segni che lasciano  viva la fantasia e la curiosità di quando eravamo bambini?

Tra molti anni, probabilmente, i nostri nipoti racconteranno ai loro figli la storia di un uomo che investì molti soldi su un’intuizione, strana per gli adulti, ma normalissima per i bambini, iniziando proprio con… “C’era una volta la Disney Pixar di Steve Jobs…

Un’ultima nota, tutta italiana, in concorso per l’oscar il cortometraggio Pixar la Luna realizzato da un italiano, qui tutti i dettagli…  

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