Recensione J. Edgar, con Leonardo Di Caprio e Naomi Watts

Cinema / News - 04 January 2012 13:50

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Recensione J. Edgar, con Leonardo Di Caprio e Naomi Watts - Giovane e ambizioso J. Edgar Hoover (Leonardo Di Caprio) fonda e guiderà l'FBI per mezzo secolo. Ossessionato dai nemici del Paese, veri o presunti, Hoover utilizza ogni mezzo per combattere comunisti e criminali come John Dillinger, "il pericolo pubblico numero uno" o George Kelly, "machine gun". Risolve il caso del tragico rapimento di Baby Lindbergh, uno dei primi casi di impatto mediatico internazionale.
Hoover rivoluziona il Bureau of Investigation, istituendo l'accademia nazionale di addestramento degli agenti, un archivio delle impronte digitali, metodi scientifici d'investigazione.
Diventa l'uomo più temuto anche nella cerchia dei potenti, grazie allo sterminato archivio di informazioni top secret in suo possesso. Di natura schiva, una reputazione di ferro, il suo nome balza agli onori della cronaca e per molti diventa presto un eroe nazionale. Altri, invece, lo considerano il regista occulto delle violenze nei confronti di movimenti afroamericani come quello delle Black Panthers o di leader come Martin Luther King.
Nella cerchia ristretta degli amici di Hoover, la segretaria Helen Gandy (Naomi Watts) e il collaboratore Clyde Tolson (Armie Hammer), al quale detterà la sua biografia.

J. Edgar è diretto da Clint Eastwood, cresciuto durante gli anni dell'era Hoover: "Hoover è stato un agente di prim'ordine, un 'G-Man' eccellente, come li definivano a quel tempo, ma non sapevo molto di lui. Era un uomo che viveva ad alto livello, spesso in compagnia di attori e di scrittori famosi in occasioni mondane, ma in molti modi era anche un enigma. Penso fosse interessato al posto che occupava nella storia, ma forse tendeva alle esagerazioni. Vi sono stati momenti comprovati in cui manipolava le storie per uscirne fuori in modo migliore."

Leonardo Di Caprio racconta a proposito del personaggio che interpreta: "Hoover è sempre stato un personaggio mitico, un'icona della storia Americana, ma allo stesso tempo la sua vita personale e quella politica erano avvolte nel mistero. Agli inizi della sua carriera, risolvendo il caso Lindbergh e catturando fuorilegge del calibro di John Dillinger, Hoover è stato in grado di modellare per se stesso l'immagine di 'G-Man' agli occhi del pubblico. Esistevano fumetti che parlavano dei 'G-Man', la loro immagine era riportata sulle confezioni dei cereali ed i giovani americani guardavano a loro con rispetto. Faceva tutto parte di una campagna pubblicitaria mirata a trasformare il governo in una forza armata che doveva proteggere le famiglie e tenere al sicuro i bambini. Penso che anche da vecchio J. Edgar Hoover fosse talmente ossessionato dal comunismo, da non vedere che le cose stavano cambiando per il meglio durante il Movimento dei Diritti Civili. Lo considerava un movimento che aveva il potenziale di divenire qualcosa di ancora più distruttivo. E' qui che ha iniziato a perdere terreno. E' qui che non è stato in grado di prevedere il futuro reale del nostro Paese."

© Riproduzione riservata




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