Andrea Osvart: un nome maschile per un’attrice versatile

Tv / News - 13 April 2011 08:21

L\'attrice de La donna della domenica prosegue la carriera in ruoli ambigui

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Andrea Osvart: un nome maschile per un’attrice versatile. L’attrice che ieri sera abbiamo visto nei panni della dark lady Anna Carla Dosio, che poi si scopre non essere tale nella fiction La donna della domenica, ha spesso scelto ruoli che evidenziano questo carattere bifronte.

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Nonostante abbia un nome maschile, conserva una verve recitativa ancora acerba ma di certo appeal. Nata a Budapest nel 1979, ha studiato recitazione laureandosi all\'Università della capitale ungherese in Letteratura italiana, con una tesi su Elsa Morante.

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Al cinema ha esordito con Contaminated Man (2000) di Anthony Hickox. Sono poi seguiti ruoli minori in Spy Game (2001) di Tony Scott accanto a Robert Redford, Sara May (2004) di Marianna Sciveres e Casanova (2005) di Lasse Hallström, già regista di Chocolat.

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La commedia la vede protagonista in The Clan (2005) di Christian De Sica, per poi seguire in Mare nero (2006) dell’originale Roberta Torre.

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Ma a quanto pare è proprio nei ruoli impenetrabili che la Oswart si trova a suo agio: ne Il rabdomante (2006) di Fabrizio Cattani interpreta il ruolo di Harja, una giovane donna dell\'est che fugge da un malavitoso boss della mafia pugliese, che l\'ha comprata per possederla. Seguono ruoli meno interessanti, fino a Duplicità (2009) di Tony Gilroy, accanto a Clive Owen e Julia Roberts, Poligamy (sempre del 2009) di Dénes Orosz, fino al recente La fine è il mio inizio (2010) di Jo Baier, sulla vita di Tiziano Terzani.

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Ha lavorato anche nella fiction: tra il film interpretati, Il bell\'Antonio, Pompei. Nel 2008 l’abbiamo vista al fianco di Pippo Baudo e Piero Chiambretti nella conduzione del Festival di Sanremo 2008. È ora in lavorazione il nuovo film Maternity Blues, sempre di Cattani: la trama è quella di quattro donne diverse tra loro, ma legate da una colpa comune: l’infanticidio. Un ruolo ancora indecifrabile, che corrisponde alla strada della mutevolezza che la Oswart ha deciso di intraprendere. 

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