Venezia 76, recensione del film Women
Women è il film presentato alla Mostra del Cinema di Venezia
Women è il film di Anastasia Mikova e Yann Arthus-Bertrand presentato fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia. I volti di donne si muovono mentre raccontano il loro onore di essere di sesso femminile, alternando una geografia che spiazza lo spettatore.
Dagli Stati Uniti al Kenya, dall’Italia alla Francia, ognuna di esse pur nelle diversità culturali è accomunata dagli stessi desideri, che non sono solo quelli di emancipazione ma anche di esigenza di rispetto.
Quella ammirazione che invece è messa in discussione ogni qualvolta la donna subisce una escissione: è questa la pratica di amputazione della clitoride subita da più donne, per motivi religiosi e che le privano di piacere ma che le espongono anche alla patologia del neuroma, che rende insopportabile anche la minima stimolazione tattile. In Women le donne raccontano la tribolazione patita da giovani: “L’odore del sangue sulla terra” è il ricordo di una di esse, che dolente ripercorre quel momento.
È la sessualità uno dei temi del film: una donna africana racconta di amare profondamente il proprio uomo e di provare piacere nell’amplesso, una francese di sperimentare sempre nuove posizioni. Tale aspetto ginecologico è quello che unisce il film, perché più volte le protagoniste si soffermano a raccontare il momento in cui ebbene le prime mestruazioni, che sancirono il passaggio all’età adulta.
Il film soffre di una certa ripetitività, insita nel momento in cui si voglia realizzare un documentario a tesi che esplichi un concetto, come in questo caso il valore della diversità pur nella comunanza femminile. Ma il pregio maggiore di Women è mostrare come tra tutte le 2000 donne intervistate si sia un cameratismo taciuto, e mentre si confessano pare che tutte appartengano alla medesima genetica che non può che renderle simili. Il documentario diventa così un affresco potente di come si possa condividere un segreto, che nessuna di loro svela ma che tutte custodiscono. Uno dei momenti toccanti di Woman è quando una donna che lavora a Wall Street ammette di aver dedicato alla carriera tutto il suo tempo, e per questo motivo rimpiange di non aver riversato del tempo sui figli, a curare il proprio giardino, a guardare la tv la sera. E lei è l’emblema di come il tentativo eccessivo di mascolinizzare la donna nelle sue funzioni lavorative le abbia fatto perdere quel segreto, perché intimamente collegato alla cura della famiglia.
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