Recensione Horizon di Tinatin Kajrishvili, il dramma della separazione al Festival di Berlino
“Horizon” di Tinatin Kajrishvili: dopo l'applaudito “Brides”, la regista georgiana affronta il dramma di un matrimonio fallito.
Al
Festival di Berlino torna Tinatin Kajrishvili con “Horizon” nella
sezione Panorama, film co-prodotto da Studio Gemini (Georgia) e
Momento Film (Svezia).
In questa nuovo lungometraggio, la regista
georgiana, già apprezzata dal pubblico della Berlinale per “Brides”
nel 2014, racconta il dramma della separazione con un finale
spiazzante.
Il
designer Giorgi (George Bochorishvili) non accetta la fine del suo
matrimonio con Ana (Ia Sukhitashvili). Ostaggio di sentimenti
violenti, decide di allontanarsi da Tbilisi e trasferirsi in un'isola
remota circondata dal lago Paliastomi, vicino al Mar Nero.
Qui, alloggia in quel che un tempo era un albergo. Ora è un rifugio di una
piccola comunità solitaria: Jano (Jano Izoria) con un'analoga (inutile) separazione alle spalle, l'anziano Valiko (Soso Gogichaishvili), la
saggia Larissa (Nana Datunashvili) e la giovane Marika (Lika
Okroshidze).
Insieme, formano una famiglia di prescelti che accoglie
l'ambiguo Giorgi con diffidenza e, soprattutto, tanta premura.
Mentre
in città, Ana si addatta a una vita sofisticata, sostenuta dal nuovo
compagno (un agiato uomo d'affari), Giorgi scopre il fascino del
contatto con la natura e una quotidianità diventata, liricamente,
tanto semplice quanto confortevole.
Schede
Tuttavia, la visita della moglie nel suo rifugio remoto, avrà effetti letali sul protagonista: Ana lo raggiunge per annunciare l'intenzione di risposarsi. È preoccupata per l'isolamento volontario di Giorgi. Vorrebbe che tornasse a Tbilisi, riprendesse a progettare interni, si occupasse regolarmente dei bambini, come sempre. Si sorprende del positivo cambiamento dell'ormai ex marito, eppure si ostina a volerlo parte della sua nuova routine.
Il finale, come già detto, disorienta protagonisti coinvolti e pubblico: la catarsi dell'uno, si edifica su inquietanti interrogativi che costringono a ripensare la storia daccapo.
“Horizon” propone una tecnica cinematografica in omaggio a quella pittorica. La
wilderness georgiana ha il candore di annegare l'agonia di Georgi. Il
dramma dell'uomo trova ristoro nel contatto perduto con una condizione primordiale: il
corpo si tempera, grazie alle fredde temperature; lo sguardo si
addolcisce.
Georgi è un uomo diverso quando incontra Ana in
visita. Anche lei è cambiata, in direzione inversa. Esibisce un look ricercato, una gentilezza
affettata.
L'artificiosità di un vissuto precedente continua a
bussare alla porta: l'orizzonte è un abisso, dove l'animo si specchia
nel vuoto esistenziale.
© Riproduzione riservata
Potrebbe Interessarti
Recensione Now You See Me: Now You Don't: il film fatica a incantare il pubblico
L'ultima fase dei magici anticonformisti si basa su banali trucchi di magia per tirare fuori il coniglio dal cilindro
Recensione k-drama Non stare a guardare con Jeon So-nee e Lee You-mi dal romanzo di Hideo Okuda
Disponibile su Netflix
Recensione Film The Running Man, dal romanzo di Stephen King al grande schermo
In uscita anche in Italia, l'atteso remake del cult anni '80 con Schwarzenegger
Recensione film Predator: Badlands
Scopri Predator Badlands , il film sci-fi con Elle Fanning
Libro Regretting You – Tutto quello che non ti ho detto di Colleen Hoover
Un romanzo che esplora l’amore, il dolore e il difficile rapporto tra madri e figlie
La presidente di Bill Clinton e James Patterson
In uscita in libreria l'avvincente thriller scritto a quattro mani con l'ex Presidente degli Stati Uniti
Money Talk$, grinta e passione nel cortometraggio candidato agli Oscar
Scopri Money Talk$, il film di Tony Mucci. Trama, cast
Recensione film Tron: Ares
Scopri la recensione del film sci-fi Tron: Ares



