Recensione del film Wonka
Wonka è il film in uscita

Non è un altro remake. Potete respirare. Wonka s’inserisce nella più sopportabile tendenza hollywoodiana di realizzare incetta di titoli: una storia delle origini per il giovane Willy Wonka, interpretato da Timothée Chalamet. Il regista Paul King e lo sceneggiatore Simon Farnaby - che hanno collaborato a Paddington 2 - sfruttano la loro chimica per mostrare come il produttore di cioccolato abbia costruito il suo impero tra umili origini e avversità.
Il tono musicale
Immediatamente, il film si presenta con un tono più musicale rispetto ai suoi predecessori. Il sound design generale è di alto livello, dalle porte di legno scricchiolanti, alle giraffe, alla colonna sonora complessiva. Incontriamo il protagonista ambizioso, ma al verde, che cerca rifugio dalle strade squallide in un'altrettanto squallida affittacamere, gestita dall'opportunista signora Scrubbit (il premio Oscar Olivia Colman). Indebitatosi con lei, Wonka è costretto ai lavori forzati, ostacolando i suoi obiettivi di giungere alla dolce magia.
La scenografia ci
riesce: le condizioni grigie e scialbe sopportate dai meno fortunati si
contrappongono agli sfondi vivaci ed eleganti di cui l'élite si compiace.
Questo paradigma di disuguaglianza è il conflitto della storia: molti non
possono permettersi i dolci, resi costosi dal malvagio Cartello del Cioccolato,
guidato dal signor Slugworth (Paterson
Joseph, The Beach). Una cabala corrotta di politici, polizia e clero
ostacola i sogni di Wonka. E questa è la spina dorsale del film. I sogni.
"Ogni cosa buona in questo mondo è iniziata con un sogno"
Ricordando le parole della madre defunta, "ogni cosa buona in questo mondo è iniziata con un sogno", questa è la sua bussola per tutto il film. Desidera condividere con il mondo la gioia del suo cioccolato e provare la sensazione che avvertiva quando lo gustava con sua madre. Nella casa di accoglienza incontra la giovane Noodle (Calah Lane, This is Us) e i due legano rapidamente. Anche lei ha un sogno: ritrovare i genitori che non ha mai conosciuto.
La tristezza svanisce quando Wonka
apre il suo negozio e la sua fabbrica, con toni colorati che riflettono il
regno mistico in cui ci invita e la promessa che ispira. Per lui i dolci sono
un "debole raggio di speranza" per combattere le difficoltà della
vita, ma Slugworth e compagnia lo vedono come una minaccia per la loro attività
e per l'establishment.
Chalamet e il cast di Wonka
È prevedibile che le critiche si applichino a Chalamet, che riempie i panni lasciati da Gene Wilder nel classico del 1971 o da Johnny Depp nella rappresentazione stilizzata di Tim Burton. Sebbene quest’offerta penda su un lato tenero, va notato che si tratta di un giovane Wonka dagli occhi brillanti e dalla chioma folta, non del magnate dei dolciumi cresciuto e capriccioso, con regole severe e un temperamento sfacciato. A chi desidera quell'atmosfera arcana verrà servita una performance più semplice.
Non c'era alcuna possibilità di omettere i famigerati Oopma-Loompa. Gli spettatori apprendono le radici del rapporto tra Wonka e l'omino arancione dai capelli verdi, interpretato da un Hugh Grant asciutto e spiritoso. L'Oopma-Loompa ripristina lo scopo di Willy dopo che la sua fabbrica è stata sabotata, maledicendo il suo "stupido sogno". Il discorso d’incoraggiamento gli dà una marcia in più, con Noodle e i suoi amici che vanno a caccia di prove delle malefatte del Cartello del Cioccolato. Deve ricordare alle persone, così come a se stesso, di non perdere il contatto con il bambino che hanno lasciato.
Chiunque sia diffidente nei confronti dei musical potrebbe voler stare alla larga, perché Wonka ne porta una dose massiccia. Pur essendo privo di qualità inquietanti e ultraterrene, il film non si affloscia, sfrecciando sotto le due ore. Chalamet e la sua troupe, pronti per la stagione delle feste e con un biglietto d'oro al seguito, offrono una visione gradevole e affascinante, che farà sorridere Charlie e nonno Joe.
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