MediEvil, recensione videogame per PS4
Il remake di un grande classico della prima PlayStation

MediEvil è stato un grande cult dell’era della prima PlayStation, un action spensierato carico di ironia, con un protagonista tanto divertente quanto iconico, quel Sir Daniel Fortesque entrato nel cuore di tanti videogiocatori dell’epoca. Il titolo per PS4 è un fedelissimo rifacimento dell’opera originale attuato da Other Ocean Emeryville, con un importante remake tecnico e sonoro che si accompagna tuttavia ad una copia carbone per quanto riguarda mappe, missioni e giocabilità del gioco uscito nel lontano 1998. Se l’upgrade visivo rende MediEvil un gioco moderno e ancora oggi godibile, con un’atmosfera generale sensibilmente migliorata, l’operazione nostalgica di mantenere invariate le dinamiche di gioco pesa in maniera tangibile sulla fruibilità dell’esperienza, sin troppo legnosa e legata a canoni ormai superati.
La trama di MediEvil è un concentrato di ironia e situazioni grottesche, sin dal risveglio dell’eroe di Gallowmere, quel Sir Daniel Fortesque caduto, in maniera tragicomica, nella battaglia per proteggere il suo regno dall’invasione dello stregone Zarok. La sua impresa permise una pace dalla durata di cent’anni: nel prologo il nostro soldato non-morto viene risvegliato dal sonno creduto eterno, con il compito, ancora una volta, di difendere i confini di Gallowmere dal ritorno dello stregone e della sua armata. Le vicende di Sir Dan vengono raccontate dall’introduzione di una voce narrante, splendidamente doppiata in italiano, che ci accompagna attraverso i venti livelli necessari a completare l’avventura, insieme ad una colonna sonora interamente ri-registrata, con brani orchestrali dall’assoluto livello qualitativo.Il gameplay di MediEvil ricalca in maniera estremamente fedele l’opera originale, una scelta che se da un lato abbraccia nostalgicamente i fan di vecchia data, dall’altra propone delle dinamiche stantie e troppo macchinose per gli standard odierni. La precisa scelta del team di sviluppo segue comunque l’obiettivo di offrire un titolo quanto più vicino possibile alle meccaniche del primo MediEvil, cercando di mantenere lo stesso feeling del gioco uscito su PlayStation. L’anima action è quindi demandata al classico fendente con la spada e alla parata con lo scudo, utile soprattutto nelle situazioni più affollate, dove subire dei colpi in sequenza potrebbe portare ad un prematuro game-over. In tal senso vengono in soccorso le armi e i segreti sparsi per le mappe di gioco, dal level design ancora interessante, con zone nascoste che custodiscono risorse per il nostro protagonista, quali le bottiglie della vita per curare e aumentare la vita a Sir Dan. Sbloccare i calici, una volta eliminati tutti i nemici all’interno di un’area, permette di acquisire armi più potenti della dotazione iniziale: avremo così, nel corso dell’avventura, un arsenale composto da martello e ascia di guerra, insieme a balestre e archi utili per i colpi dalla distanza (seppure il sistema di puntamento non brilli per precisione e affidabilità). Proprio nella gestione dei combattimenti e della telecamera, vero e proprio problema del titolo, risiedono le criticità principali: muovere il personaggio e districarsi tra i vari nemici risulta spesso frustrante, con uno spostamento sin troppo accentuato e leggero della visuale, piagato anche da un feedback dei colpi dalla leggerezza disarmante, quasi inesistente, che confonde spesso il giocatore in termini di offesa e difesa.
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