Recensione A Gebo e a Sombra, la menzogna per lenire le sofferenze
Manoel de Olivera fuori concorso alla 69° Mostra del Cinema di Venezia 2012, dirige Claudia Cardinale in un dramma teatrale del 1923 dello scrittore Raul Brandao

O Gebo e a sombra del regista ultracentenario Manoel de Olivera descrive un dramma familiare caratterizzato dalla menzogna che viene espresso attraverso un protettivo senso del dovere.
Due donne in una casa attendono il ritorno del marito e padre acquisito, un cassiere che ha fatto dell'onestà la sua missione di vita. La moglie Dorotea (Claudia Cardinale) chiede notizie del figlio ma l'uomo (Michael Lonsdale) è reticente. Non vuole che sua moglie e compagna di una vita sappia che il figlio è un poco di buono. Questo silenzio lo spinge ad addossarsi le colpe del figlio per salvare la sanità mentale e fisica di Dorotea.
La menzogna vine trattata come inganno per allontanare una verità che farebbe ancor più male. Una vita onesta e priva di ambizione porta il protagonista Gebo a mantenere taciuta la verità sull'assenza del figlio per evitare che l'amata Dorotea possa soffrirne irrimediabilmente. Il dilemma se sia più opportuno ricercare la felicità attraverso i gesti comuni e routinari di ogni giorno o nel perseguirla ad ogni costo anche attraverso il malaffare, permea una trama ben condotta e sostenuta dai temi affrontati. Dal confronto tra Gebo ed il personaggio di Sofia (Leonor Silveira), moglie del loro unico figlio, viene reso edotto lo spettatore sulle motivazioni del comportamento che l'uomo adopera nei confronti della moglie. All'interno di una famiglia ognuno ha il suo ruolo, del quale deve essere consapevole. Un ruolo che è espressione del senso del dovere e che spinge Gebo ad accollarsi le colpe del figlio come se quest'ultimo fosse ormai divenuto la sua ombra.
La regia segue una tecnica teatrale per questo lungometraggio che è un adattamento cinematografico della novella di Raul Brandao. Olivera non snatura l'essenza del testo teatrale e fa emergere una storia forte ed intima a tratti pirandelliana, dai personaggi ben definiti con attori che riescono a conferire loro una adeguata profondità. L'azione si svolge prevalentemente in un unico luogo familiare, quasi ad indicare la condizione di questa drammatica ed angosciosa intimità.
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