Le 10 sigle più famose e indimenticabili delle serie tv
Molte serie tv sono passate alla storia anche per la sigla iniziale, accattivante per la musica e azzeccata nelle immagini: è il caso di classici come "Supercar" ed "Happy Days&q
Le serie tv fanno discutere anche per le rispettive sigle iniziali, in origine soltanto un jingle di pochi secondi e oggi in alcuni casi delle vere e proprie opere nell'opera. In questo articolo ne citerò dieci tra le maggiori per musica, immagini e l'impatto sull'immaginario collettivo. Come dimenticare allora l'intro di "Ai confini della realtà" nella quale una suadente voce annunciava l'esistenza di una quinta dimensione ovvero la regione dell'immaginazione? E cosa dire del rap scanzonato all'inizio di "Willy il principe di Bel Air", dove un giovanissimo Will Smith raccontava la sua storia di ragazzo catapultato da una difficile situazione metropolitana agli splendori dei quartieri alti di Los Angeles? Certamente, si tratta di esempi che hanno contribuito a rendere inconfondibili queste serie tv.
\r\nPochi telefilm sono stati in grado di interpretare gli anni ottanta come "Supercar", con un vibrante David Hasselhoff impegnato a combattere il crimine alla guida della fiammante auto KTT; composta da Stu Phillips e Glen A. Larson, il theme iniziale è tutto un fiorire di sintetizzatori accompagnati da lunghe file di palme californiane. Atmosfere completamente diverse quelle di "Dexter": la colonna sonora di Rolfe Kent, beffarda e accompagnata da immagini solo apparentemente rassicuranti del protagonista, ci fa capire subito l'aria che tira. Ancora più cupe le atmosfere di "American Horror Story" e la sigla iniziale si adegua, subdola e inquietante con uso di stop motion nelle immagini.
\r\n"Friends", briosa serie tv cult degli anni novanta sulla convivenza di sei giovani newyorchesi, ha una sigla iconica che per la melodia inconfondibile di "I'll Be There for You" dei The Rembrandts e per la grafica accattivante può essere considerata quasi l'inno di una generazione in fondo convinta che alla fine tutto sarebbe andato per il verso giusto; stesso discorso per "Happy Days", la cui canzone omonima di Norman Gimbel and Charles Fox sullo sfondo di un juke box colorato è ormai l'incarnazione degli anni cinquanta americani.
\r\nLe ultime tre sigle hanno avuto un impatto notevole sulla cultura pop internazionale a cominciare da quella de "I Simpson", che ripercorre la giornata tipo dei protagonisti con piccole variazioni di volta in volta; si tratta probabilmente della sigla dove ricorrono più citazioni e parodie nel corso degli oltre venti anni in cui è andata in onda. Il tema di apertura di "X Files", "Materia Primoris" di Mark Snow, ricco di effetti sonori e di split screen, è incredibilmente efficace nella creazione di atmosfere oniriche e inquietanti tipiche delle avventure cospirazionistiche di Mulder e Scully. L'ultima sigla è quella di Angelo Badalamenti per il capolavoro "I segreti di Twin Peaks" di David Lynch: una musica struggente e perversa che calza a pennello con la narrazione claustrofobica e lisergica della vita di Laura Palmer e dei suoi concittadini, in quello che possiamo considerare uno spartiacque nella produzione delle serie tv a livello mondiale.
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