Marlene Dietrich: Venere bionda, il film classico di Strenberg
Helen Faraday e poi Helen Jones è il nome della trasgressiva Marlene Dietrich nel film Venere bionda, che negli Stati Uniti uscì il 9 settembre del 1932
Venere bionda (“Blonde Venus”) usciva il 9 settembre del 1932. Sono trascorsi ottantuno anni dal film di Joseph Von Stenberg che racconta di sacrificio ed adulterio.
Nel cast una suadente Marlene Dietrich - nel ruolo di Helen Faraday e poi Helen Jones - cerca di far guarire il marito Edward 'Ned' Faraday (Herbert Marshall) colpito da radiazioni e malato. Così torna a cantare nei night-club e qui incontra Cary Grant - che interpreta Nick Townsend - possidente playboy di cui s’innamora. Il marito guarisce ma Helen decide di fuggire con Nick, si separa dal figlio ma resta senza denaro. A Parigi continua a cantare e incontra di nuovo Nick, fidanzandosi - per poco - con lui.
Marlene Dietrich. Il film è sintomatico perché muove i passi tra la cinematografia sonora inaugurata nel 1929 e l'introduzione del codice Hays nel 1924, che vietava ai registi di usare allusioni sessuali, commistione di razze, profanità, uso illegale di droga, promiscuità, prostituzione, l'infedeltà, l'aborto, violenza e omosessualità. Ma il regista Sternberg seppe mescolare con astuzia i dosaggi narrativi, mostrando la donna pentita del tradimento, desiderosa di instaurare un rapporto familiare rinunciando alla passione. Lo stesso finale del film fu obbligato dalla Paramount, con la mesta Helen che non può desistere dall’esigenza di riunirsi alla sua famiglia e tornare dal marito Edward e dal figlio.
Più in profondità il film segna il consolidamento del rapporto lavorativo tra la berlinese Marlene Dietrich e il viennese Strenberg: i due si conobbero in Germania, lavorarono nel 1930 a “L'angelo azzurro” e dopo il successo del film la Paramount distribuì la pellicola negli Stati Uniti, mettendo sotto contratto l’attrice. Ma la Dietrich impose una clausola che non fu solo legale ma anche artistica: le sue interpretazioni sarebbero dovute essere dirette da Strenberg. D'altronde fu il regista a scattare la foto in cui attrice appariva vestita da yachtman, immagine che sancì il successo mediatico della Dietrich. Così si inanellò il fulgore della collaborazione tra i due con vari film: “
Sfortunatamente la fine della collaborazione portò anche al termine di una cinematografia, quella imperniata su sentimenti decadenti e passionali, capaci di attirare il pubblico annoiato e di porre in risalto la figura trasgressiva della protagonista: la scena della danza della protagonista con un costume da gorilla è entrata nell’immaginario. Ma pare indicativa la frase che il proprietario del locale rivolge a Helen: “Come hai detto che ti chiami?”, “Helen Faraday”, “Nah, dobbiamo ottenere qualcosa di diverso. Qualcosa di insolito, qualcosa che è facile da dire e difficile da dimenticare”.
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