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Recensione film Faccio un salto all’Avana. La svolta di Brignano

Brignano recita in una commedia composta per lui

Recensione film Faccio un salto all’Avana. La svolta di Brignano

Recensione Faccio un salto all’Avana. La svolta di Brignano. Enrico Brignano è uno dei più estroversi comici italiani: per questo riscuote successo nel pubblico di ogni età, perché riesce a veicolare un senso dell’assurdo che giace in ogni spettatore e che porta e risvegliare.

Così nel film Faccio un salto all’Avana, diretto dal giovane Dario Baldi pur nella sommarietà della trama – la storia di un padre di famiglia che deve trovare il fratello creduto morto e in verità gozzovigliante all’Havana - è Brignano il protagonista, con disinvoltura e intelligenza.

Le sue battute si cesellano bene nel film, così come l’interpretazione di Aurora Cossio (Almadedios) che lo spalleggia con brio. E il finale, prevedibile rende comunque giustizia ad una terra – Cuba – in cui l’arretratezza culturale viene in secondi piano rispetto a ciò che sa offrire e che la politica cela.

Si penserà che la Medusa abbia voluto creare un’operazione simile a quella di Checco Zalone, campione d’incassi del cinema italiano con Che bella giornata (2011) e proveniente da Zelig (frequentato anche dal cabarettista romano). Ma Brignano è più dosato nel sarcasmo: e certamente la sua comicità – quasi indignata - è più aderente alla realtà.

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