I migliori giochi di ruolo fantasy, da Skyrim a The Witcher 3

Games / Editoriali - 04 July 2019 14:00

Un poker di GDR ambientati nel mondo fantasy

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I GDR sono tra i videogiochi più profondi e stratificati, complessi, lunghi da completare e con un mondo di gioco vivo che risponde alle nostre scelte. Non tutti, ovviamente, riescono a regalare un’esperienza di gioco soddisfacente, proprio in virtù della complessità di sviluppo e world building. I giochi di ruolo si ispirano ad alcune caratteristiche dei giochi da tavolo e, per quanto riguarda il mondo fantasy, si poggiano su basi e idee di Dungeon & Dragons, in special modo per i titoli più classici. Personalizzazione di abilità e caratteristiche del personaggio, dialoghi a scelta multipla che cambiano i rapporti tra personaggi, missioni principali e secondarie con ricompense e una progressione in livelli scandiscono l’avanzamento in ogni GDR.

The Witcher 3: Wild Hunt
The Elders Scrolls V: Skyrim è stato il miglior GDR della scorsa generazione; la remaster per PS4 ha portato un miglioramento in termini tecnici di un prodotto ancora affascinante, nonostante gli anni si facciano sentire. Il sistema di combattimento risulta ormai sin troppo legnoso e la mole poligonale è inevitabilmente legata all’uscita avvenuta nel lontano 2011; tuttavia il gioco presenta ancora uno dei più misteriosi, evocativi ed iconici scenari all’interno degli open-world, con villaggi, vallate, corsi d’acqua, montagne innevate e la mitologica presenza di draghi, che donano un senso di vastità ed epicità uniche.

The Witcher 3: Wild Hunt è invece il miglior GDR fantasy di questa generazione e, probabilmente, lo rimarrà sino alla fine del ciclo vitale di PS4 e Xbox One. La produzione di CD Projekt RED, premiata dal pubblico con ben 20 milioni di unità vendute, è stata capace di levare il genere fantasy per narrativa e struttura, con un impianto visivo e tecnico sublime, un mondo vario e vivo, con scelte capaci di modificare ogni singolo aspetto all’interno dell’universo narrativo. Bellissima ed epica la storia principale, ma altrettanto curate le missioni secondarie, tra cui l’indimenticabile linea narrativa del Barone Sanguinario. La trama matura e i contenuti espliciti ricordano in parte Game of Thrones, dove scene di nudo, allusioni sessuali, violenza, sangue e mutilazioni scandiscono un mondo feroce e senza scrupoli, con un’avventura sfaccetta che tocca diverse corde emozionali.

Divinity: Original Sin 2 è tra le produzioni più raffinate e fresche dei GDR classici, capace di rivitalizzare, in maniera sopraffina, un genere che era caduto nell’oblio. Il primo titolo riportava ai fasti di un tempo la concezione canonica dei vecchi GDR, riprendendo  quella dell’era Baldur’s Gate, di cui proprio i Larian (sviluppatori di Divinity) cureranno il ritorno con il nuovo terzo capitolo. Divinity: Original Sin 2 si eleva rispetto ai concorrenti grazie a un gameplay profondo e complesso, che sfrutta in maniera sempre nuova e affascinante l’ambiente di gioco, con un’interazione che non ha rivali negli altri GDR classici.

Pillars of Eternity è la versione videoludica, profonda e narrativamente riuscita, dell’universo di Dungeon & Dragons, il titolo che più di ogni altro si avvicina per idee e struttura al gioco da tavolo. Le scelte all’interno della storia, elegantemente presentante mediante illustrazioni a matita dai connotati medievali, permettono di scegliere tre differenti strade, con possibilità che ricordano da vicino quelle date dal master di D&D. Visuale dall’alto, pausa tattica e una direzione artistica particolarmente ispirata fanno di Pillars of Eternity uno dei migliori GDR classici ambientati in un mondo fantasy.

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